No. Secondo me il blogging non è morto. E non sono l’unico a pensarla così.
E’ che quando ci sembra che uno strumento venga usato (abusato) in modo differente dalle nostre abitudini ci sembra sempre che gli altri stiano sbagliando o non abbiano capito nulla. Di esempi positivi ce ne sono tanti.

Ad esempio a me sembra interessante Blogolandia: l’idea è quella di realizzare una rete di Urban Blog italiani diventando sindaco della tua città/paese. Sei di Poggibonsi? Bene, li contatti ed apri il blog “pogginbonsi.blogolandia.it” che parlerà della tua città, di quello che accade. Visto dagli occhi del cittadino, di chi vive quella realtà.

Un altro esempio che mi viene in mente è il blog del Quartiere Spadolini di Milano: l’intento del blog è quello di informare i cittadini e fornire uno spazio di denuncia ed apertura per migliorare gli spazi pubblici, proporre iniziative, pensare al futuro del quartiere. Due cittadini lo curano ed aggiornano il blog abbastanza spesso.

Dunque il blog diventa urbano e restringe il suo grado d’interesse, dalla realtà personale a quella geografica la forza espressiva rimane la stessa. L’identificazione con lo spazio reale permette di stringere lo sguardo. Così dal commentare ciò che accade nel mondo si finisce per parlare dell’Italia, poi della propria regione, città, quartiere, ed infine condominio. E’ il caso di Spadolini, il blog dell’omonimo condominio dove i cittadini possono riunirsi virtualmente ed aggiornarsi, magari in funzione della scala nella quale abitano.
Si passa dunque da “cosa accade nella mia regione/città?” a “cosa accade nella mia scala?“.

Non è solo una diversa percezione geografica e d’interesse. Immagina, in un prossimo futuro, di leggere l’avviso della lettura del gas direttamente sul Web, magari attraverso i feed RSS.
Con un reminder o attraverso il tuo reader potresti finalmente non dimenticarlo più come accadeva in passato.

[UPDATE]

– Ispirazioni simili. Leggo via Luca dell’articolo di Repubblica: Villaggio blog, vista sul mondo le nuove forme di dialogo.

3 Comments

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  • @ferdi: Ogni tanto qualcuno se ne esce con questa storia, forse perchè non trova più stimoli nello scrivere. ;)
    Sono convinto però che serva organizzare in qualche modo questo overload delle informazioni: per dire che se vogliono una notizia su Bari difficilmente andrò sul blog personale di Nicola. O per lo meno devo avere uno strumento che filtri e aggreghi per bene (come tu scrivi) quella fonte ed altre simili. L’identificazione geo del blog forse può aiutare, almeno è quanto credo.
    Fammi sapere come va avanti il tuo esperimento.

  • sono certo anche io che il blogging non è morto (ma chi lo ha detto che è morto?). Trovo molto interessanti questi esperimenti di Urban Blog, ma credo che non sempre sia necessario (anche se molto utile) aprire blog “dedicati” alla propria città o al proprio quartiere. Con la diffusione dei blog chiunque può essere testimone di una notizia e condividerla con altri attraverso il proprio blog personale, il problema è avere una massa critica di lettori. Per questo, secondo me, avranno un ruolo fondamentale gli aggregatori, possibilmente non legati alla piattaforma su cui si scrive. Sto giusto facendo qualche esperimento locale nella mia zona e i risultati sono incoraggianti.