Non solo perchè non riusciranno mai a fare 30 milioni di visitatori (e non dipende solo dalla lingua) ma anche perchè sono ancora provinciali.
Lo si capisce dall’intervista a Julian Assange (prima e seconda parte) fatta da AgoraVox (complimenti al mio amico Francesco Piccinini):
I giornali italiani si occupano di persone che sono già in carcere o sotto processo, ma non si occuperebbero mai di persone che non sono mai state indagate, anche se citate nei cables.
Due grandi giornali italiani, immagino Corriere e Repubblica, hanno ricevuto i cablegate da Wikileaks ma hanno deciso di non pubblicarli o probabilmente di filtrarli attraverso degli articoli. Dire che il giornalismo è in crisi in Italia dunque è una baggianata in quanto questo troppo spesso non è giornalismo ma fare politica.
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