Forse molti di voi avranno letto la notizia riguardante il disgustoso video comparso su Google Video (pergiunta nella sezione Video Divertenti) del ragazzo disabile picchiato in una classe di studenti, probabilmente a Torino. L’indagine è ancora in corso, le ultime notizie risalgono a ieri, pare che uno dei partecipanti all’aggressione, una ragazza, abbia inviato il video su Google: qual è stato il ruolo di Google ? Si legge che il responsabile della comunicazione di Google, Stefano Hesse, ha invitato il pm che sta indagando a effettuare una rogatoria negli Usa per ottenere altri elementi: chissà cosa gli avranno risposto dagli Us. Concordo quindi con quanti si chiedevano quali fossero stati gli sviluppi della vicenda da un punto di vista strettamente tecnico: scongiuro il sequestro di siti, magari di informazione, che abbiano segnalato il video che potrebbe essere già disponibile sulle reti p2p. La mia attenzione però viene rivolta al controllo dei contenuti, cosa un po diversa dalla censura: in molti siti di video sharing, come ad esempio Youtube, il problema del controllo è una problematica seria, e per questo motivo ho deciso di scrivere a Google Italia, attraverso il loro blog, per porre alcune semplici domande su cosa intendono fare per il futuro in tal senso, perchè quando sono le major ad urlare o le associazioni degli autori la questione viene risolta in un battibaleno. Vi riporto parte del testo della mail:
Vorrei,nonostante credo ci sia un indagine in corso, che spendiate almeno qualche riga sull’accaduto,anche con un post sul vostro blog,spiegando agli utenti come (se) viene gestito il controllo dei contenuti,in tal caso video. La censura non è ben accetta in un paese nel quale vige la democrazia e la libertà,ciò invece che può interessare è la condanna e la restrizione di alcuni contenuti,più che forti,vergognosi per tutti,anche per un sito di video sharing: siti come Youtube sono per questo altamente a rischio,prevedete quindi qualche strategia in tal senso in futuro ? Sia chiaro,il successo di queste company deriva anche dalla quasi totale libertà fornita alla creatività di chi invia i video e li condivide,il punto cruciale è proprio questo: non rischiare di diventare brutali censori. Un ultima domanda è,unendomi a pensieri di bloggers e professionisti del settore: quali sono state le fasi che hanno portato al ritiro del video da parte della magistratura ? E’ stato richiesto un sequestro ?
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