Mentre vedevo una foto online mi sono ricordato di una cosa: eravamo alla fine degli anni ’80, inizio anni 90, grazie anche a mio padre che lavorava all’allora SIP di computer cominciavamo a sentirne parlare e insieme ai miei fratelli più grandi eravamo tutti entusiasti perchè finalmente potevamo passare dalle console come il Commodore 64 e l’MSX a immaginare di fare più cose.

E così venne un tecnico dell’IMB e ci installò il nostro primo PC con processore 8086 dell’Intel e i primi comandi di MS-DOS da studiare con un manualone gigante. Di Windows nemmeno l’ombra. Da lì a breve una escalation di nuovi processori, con noi che chiedevamo a nostro padre ogni volta uno sforzo per comprarcene uno nuovo con il suo stipendio da impiegato. E passavano gli anni, con fatica e ritardo rispetto a chi era più ricco di noi arrivava nella nostra casa l’80386 poi il 486, così li chiamavano allora i PC, per nome.

Se mi giro indietro e cerco di ricordarmeli ho l’immagine di scatoloni di plastica e latta, dei vecchietti Bender che insieme agli amici mi hanno accompagnato nell’infanzia e nell’adolescenza. E, insieme ai nomi dei PC, mi hanno accompagnato i miei fratelli e le lotte per giocare all’ultimo videogame di Lucasarts che allora andava veramente forte e ci faceva divertire senza farci rompere i polpastrelli o portarci alle convulsioni ma viaggiando in storie fantastiche e misteriose stimolando la nostra curiosità per i dettagli.

E così, per non litigare e giocare attraverso un pesantissimo mouse a rotella e una vecchia tastiera PS2, avevamo deciso di piantarci davanti al monitor tutti e 3 insieme scegliendo il nick più semplice e stupido che ci sia: Ma-Ca-Da. Le iniziali dei nostri nomi.
Qualche anno dopo il 1990, l’anno di nascita di Mauro, l’ultimo fratello, quel nickname divenne Ma-Ca-Da-Ma ma ormai eravamo cresciuti, non avevamo più un IBM, Lucasarts non andava più forte come prima, la vita ci aveva messo davanti nuove sfide che non erano fatte (solo) più di bit.

Credo che nessuno di noi abbia mai dimenticato quel nickname, quelle serate e la cura per i dettagli, la curiosità e il mistero, cose che oggi mi manca vedere e riconoscere nelle altre persone, in quella parte della società dell’apparire che ormai cerco di evitare anche al costo di pagare lo scotto della solitudine, di restare senza iniziali.

2 Comments

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

  • come ti capisco! a fine anni 80 ebbi il mio primo pc (amiga 500) con cui sono stato fino al 2000 circa…
    ovviamente oggi sono molto in tante cose ma non in tutte, anche se la grafica era enormemente inferiore (i giochi erano + coinvolgenti di quelli di adesso, tutta grafica e tutti ugulai)
    spesso metto l’emulatore amiga e rivivo quei momenti…