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La mia esperienza con il Nanopublishing

E’ quasi un anno ormai che collaboro con Html.it come autore di OneWeb20: in questo periodo anche lì sto scrivendo poco come per Appunti Digitali progetto di Hardware Upgrade. Anche in questo secondo caso purtroppo da quando ho cominciato a collaborare ho scritto in termini di numeri pochissimo non riuscendo a fornire un apporto costante, caricando di lavoro lo staff di autori con i quali pubblicamente mi scuso: volevo attendere le vacanze natalizie per poter decidere in una decisione o nell’altra, quella di lasciare il progetto che mi auguro riscuota i consensi sperati.
Oggi ho avuto via email una comunicazione da parte di Hardware Upgrade che non faccio parte più dello staff di Appunti Digitali proprio per il poco impegno: comuncarlo via posta elettronica e con poche righe non è certo una bella cosa ma non me ne rammarico, avrei preso una decisione simile di mia spontanea volontà.

Vi racconto tutto questo perchè l’esperienza che ho naturato con il Nanopublishing mi è servita a qualcosa (almeno spero) e mi ha fatto capire che chi ci guadagna (economicamente) veramente non sono i blogger, chi scrive, bensì i proprietari dei network: ok non è una gran scoperta ma il panorama italiano dei network di nanopublishing credo sia deprimente e sottopagato. E’ come retribuire e costruire delle figure che non sono giornalisti e non hanno dunque un minimo contrattuale ma vengono (in parte anche giustamente) pagati in funzione del successo che il blog che curano ha e come in alcuni casi in funzione della raccolta pubblicitaria. Il mercato Usa è forse più generoso in questo settore ma anche lì non ci metterei la mano sul fuoco.
Le voci di pagamenti con 3$ a post che mi giunsero tempo fa mi fanno immaginare una nuova definizione: quella del blogger operaio o se baroccamente volete del blogger cinese, malpagato, declassato, come dice Rino Gaetano.

Ha ragione Calacanis, c’è bisogno di meno blog e più qualità: se proprio vuoi buttarti (magari ti stanchi e decidi di cercarti un lavoro vero :P) in questo settore fallo bene o cerca un contratto per qualche grande redazione giornalistica online e sulla carta stampata. O se proprio vuoi collabori (magari gratuitamente e quando vuoi) a web zine come Stacktrace.

[UPDATE December 20]

– Il sottotitolo del post ora potrebbe essere: “è finita“. Anche Html.it infatti ha rescisso il mio contratto inaspettatamente: Orazio Tassone (responsabile di oneBlog.it) mi ha inviato oggi un email nella quale scrive che con questo post non ho adempiuto ad alcuni punti del contratto sottoscritto (vi dirò bene quali perchè per curiosità li ho chiesti) e che quanto ho scritto non è andato giù alla redazione. Beh, dopo aver letto il bigliettino di Buone Feste che mi hanno mandato la mail è stata ancora più amara perchè non mi sarei aspettato una reazione del genere.
Ho precisato ad Orazio nei commenti ed anche via mail scrivendo che:

Il post che ho scritto non riguardava il mio caso personale seppure abbia accennato ad Html.it ed a Appunti Digitali ma ad una situazione più generale riguardo questo settore visto dall’interno per un po anche in altri network. Nessuna accusa specifica verso nessuno, altrimenti l’avrei scritto esplicitamente prendendomene le responsabilità: per questo la tua reazione e quella redazione mi è parsa abbastanza esagerata ma in parte anche comprensibile.Il senso del mio post era quello di riflettere non solo sul valore economico (che spesse volte può essere secondario) ma anche sul valore reale dei contenuti che vengono scritti dai blogger, non soltanto per la solita (ed
anche abbastanza inutile) contrapposizione con i giornalisti e chi fa informazione in maniera professionale ma per soffermarmi sul ruolo, l’autorevolezza, i parametri del mercato e dei lettori. Certo non mi aspettavo una comunicazione del genere ma la accetto: vorrei precisare però che quanto scritto non deve essere inteso come ho già scritto nei commenti per accusare, sparare a zero e “sputare nel piatto in cui si mangia o è mangiato” ma ci sono esclusivamente fini di analisi. Per dire un post così e più articolato andava bene anche su OneWeb20; non credo che in quel caso fosse stato visto come scritto di “complotto” o “accusatorio”. Peccato, davvero peccato, da Html.it non me lo
sarei mai aspettato.

– Come comunicatomi da Orazio pare che non abbia rispettato due punti. Il primo è il limite minimo di post (non so se tutti l’abbiano fatto nel network Oneblog ma mi sa tanto di scusa da trovare) da scrivere al mese (finora non sempre ero riuscito a rispettarlo ma mai nessuno aveva fatto storie). Il secondo riguarda l’aver arrecato un danno d’immagine a OneBlog.it: l’immagine non si scalfisce da un post se si lavora bene e la si costruisce automaticamente senza tanti fronzoli. Anzi è in situazioni del genere rispondendo in questo modo che la si mette a rischio facendola vacillare: ai miei occhi, indipendentemente dalla querelle, quella di Html.it (che ho sempre stimato e continuo a farlo) è già leggermente scesa.


Commenti

35 risposte a “La mia esperienza con il Nanopublishing”

  1. cercare puoi cercare, senza dubbio. E’ TROVARE che è difficile: ci sono testate giornalistiche nazionali che pagano ai collaboratori 5 euro AL PEZZO. E ho amici in TV locali che prendono 15 euro A SERVIZIO, tropue di due persone. Un cameramen/audio e un giornalista/editor/scrittore/autore.
    Tutto sommato 3$ dollari a post, stando comodamente seduti al calduccio, non sono così male ;)

  2. Ti ho gia’ detto via email quello che penso, mi spiace che tu non faccia piu’ parte della squadra.

    Per il resto del discorso, per un tesserino da pubblicista la maggior parte degli aspiranti giornalisti lavorano due anni gratis per un quotidiano locale e poi si pagano i contributi per dimostrare che sono stati pagati.
    Almeno quelli che non possono pagarsi una scuola “certificata” dall’ordine.

    Io scrivo di cose che mi piacciono, contribuisco ad un progetto che reputo di valore, e cresco professionalmente. Si mi piacerebbe guadagnare di piu’, e potermi dedicare solo a questo, a chi non piacerebbe?
    ;)

  3. Post sicuramente non da 3$! Mi chiamo Daniel Casarin e per pagarmi il mututo+bollette+mangiare+piccola,breve e vicina vacanza faccio il web design+seo. Da ormai 3 mesi ho avviato un web-magazine dal titolo: GenitronSviluppo.com che mi sta impegnando molto! E’ un progetto molto ambizioso, da un pò sto cercando di costruire un comitato scientifico per la redazione e non è facile, perchè mi trovo ad essere da entrambe i fronti, sia da editore, sia da giornalista; ma soprattutto non riesco a trovare persone che hanno intenzione di scrivere! Come dicevi anche tu la remunerazione dovrà essere in proporzione al traffico e diffusione del proprio blog! Ma come fare se per fare contemporaneamente Search Marketing e blogger? Tanto sacrificio!!!! Buon lavoro a tutti!
    Daniel :: http://www.genitronsviluppo.com

  4. Avatar Alessio Di Domizio
    Alessio Di Domizio

    Caro Dario,
    come sempre è un dispiacere che qualcuno della squadra manchi.
    Sono contento che ti renda conto del fatto che la tua inadempienza agli obblighi contrattuali, e null’altro, ha causato la decisione presa dalla redazione.
    Perdonami la franchezza ma mi sembra un po’ estemporaneo il j’accuse verso il mondo del “Nanopublishing”. Che ovunque in Italia non ci siano soldi è un fatto risaputo e, se permetti, mi sembra molto più scandaloso che uno stagista lavori 50 ore/settimana gratis, che non che un blogger prenda 5€ ad articolo, spesso per affrontare contenuti all’acqua di rose e/o senza nemmeno sentire il dovere di documentarsi prima di esprimere il suo parere (parlo in generale).

    Prima di prendertela coi network – scusa se non ho capito bene a cosa ti riferisci – faresti bene a considerare che se HWU dovesse fare i conti sul danaro smosso finora da AD, ci pagherebbe 5 centesimi a post, come del resto fanno molti nomi illustri del panorama editoriale online italiano e non.
    Non è quindi di soldi che dovremmo parlare, credo, ma piuttosto di rispetto degli impegni presi. Delle condizioni economiche era forse più giusto discutere prima della firma del contratto, ed eventualmente decidere di non firmare. Oggi, nel momento in cui la redazione ha dovuto sollevarti dall’incarico, dopo che, a seguito di un richiamo, avevi anche rinnovato l’impegno a partecipare, credo sia più giusto parlare di quale fosse – e di quale alla luce dei fatti è stato – nella tua scala di priorità, il posto occupato dall’impegno preso con AD.

    Niente di personale, ovviamente :-)

  5. contratto peraltro che è nato da comunicazioni per email, inviato per email e restituito via fax, che verteva di un lavoro da svolgere online le cui comunicazioni ufficiali erano fatte via mail.

    Perché quindi stupirsi e tacciare di “non carineria” una cosa (la comunicazione della dipartita via mail) non solo ampiamente prevedibile, ma anche formalmente e contrattualmente corretta?

  6. Ti scrivo qui e subito dopo riceverai una email.

    Mi sembra fuori luogo questa tua accusa. Anche perché da contratto, sia con noi, sia con AD, dovevi scrivere un minimo, cosa che non hai fatto né con noi né con AD. Al di la del minimo di post che è un dettaglio anche superabile, visto che sembra che il problema siano le ricompense, ti voglio fare un paio di domande:

    1) Prima di firmare il contratto, l’hai letto?
    2) Prima di avere il contratto ti è stata fatta una proposta?
    3) Qualcuno ti ha costretto a firmare qualche contratto?
    4) Quanto tempo ci metti a scrivere un post?
    5) In 8 ore continuative, quanti post riusciresti a scrivere?

  7. @Alessio: Avrei fatto meglio a decidere preventivamente e a non caricare di lavoro gli altri questo è certo non vorrei doverlo ripetere ma il post non va frainteso: non me la prendo con alcun network, non mi sembra di aver parlato della mia questione (abbastanza futile) ma di un panorama generale. Parliamo di questo che è ciò che mi interessa: non diciamo banalità però perchè sullo stagista gratis siamo d’accordo tutti. La mia riflessione era tesa a capire il valore economico da una parte e quello relativo ai contenuti; l’esprimere parere su tutto anche all’acqua di rose quanto vale? Ed in caso contrario?

    @tambu: Certo,non è così male stando seduti 3$ al post,non vi è dubbio su questo.
    Non è mai carino l’avviso via mail ma è ampiamente ed ovviamente accettato: altrimenti non avrei firmato il contratto. Mi riferivo Tambu all’aver preso sotto gamba o snobbato l’impegno,desumere solo da un numero di post questo è poco carino,tutto qui. In ogni modo il post non si riferisce in alcun modo al caso in esame dei miei rapporti contrattuali ma ad una riflessione che ho fatto per quanto riguarda questo mondo,indipendentemente dagli attori in essere. Nessuna accusa diretta a nessuno,mi sembrava esplicito.

    @Orazio Tassone: Ti rispondo via mail ma lo faccio anche qui nei commenti.
    Il problema non è nelle ricompense ma nel ruolo di chi scrive,in cos’è e quanto vale non solo economicamente: le mie “accuse” (che per altro non son vicine al dito puntato ma ad una riflessione critica sulla situazione attuale) nel post non sono riferite nè ad Html.it nè ad AD, con i quali entrambi mi sono sempre trovato bene e con i quali ho accettato di lavorare (altrimenti non avrei: 1) firmato il contratto, 2) accettato la proposta, 3) nessuno obbliga a far nulla, 4) dipende dal tipo di post, si va dai 15 minuti ai 30, 5) non ho mai provato ma ti potrei far sapere, sarebbe un esperimento interessante che potrebbe uscire fuori dal post. Il senso che lo stesso aveva e che dalla tua mail privata credo non sia stato inteso: rescindere un contratto per un post del genere mi sembra quanto meno esagerato. A volte è più comodo pensare alla filosofia dello “sputare nel piatto in cui si mangia” piuttosto che fermarsi e pensare alle motivazioni ed agli obiettivi.

  8. 5 € a post e ti lamenti? Ossignur

  9. Il motivo per cui ho smesso con downloadblog è + o – simile: i post erano pagati poco (pochissimo) e il tempo dedicato a downloadblog lo rubavo al mio blog.

    Se devo arricchire un blog (che poi si è fatto comprare da dada x 2 milioni di euro insieme agli altri del network blogo grazie ai post scritti da un sacco di blogger pagati pochi l’uno) preferisco arricchire il mio, alla fine con gli adSense al giorno guadagno quanto prendevo lì (e a volte di più).

    Il valore di blogo non lo facevano di certo i blog da soli. Il lavoro di tutti gli autori ha portato blogo dov’è, questo però la gente non lo percepisce.

    Mi è servito cmq come esperienza, serve sempre a capire come funziona un qualcosa da dentro.

  10. @Kiro: Non è così semplice: non si tratta solo e sempre di soldi. Riflettere sul valore economico è utile certo ma dietro c’è tutto un altro scenario.

    @Napolux: Esatto, è anche questo un nodo fondamentale di ciò che ho scritto. Sembra invece quasi che abbia fatto “accuse” (ma non sono tali) iperboliche e presuntuose.

  11. io mi riferivo alla tua twittata di ieri sera ( http://twitter.com/darios/statuses/515221722 ), in cui si desume chiaramente che a non essere carina è la comunicazione via mail; l’unica contrattualmente valida, invece.

    Quanto al valutare, non è affar mio. Ma capirai anche tu che una valutazione può essere esclusivamente QUALITATIVA e QUANTITATIVA. Ma qualitativa è anche discrezionale, e siccome ci sono dei vincoli l’unica possibile, per quanto ingiusta o sbagliata, è quella quantitativa. Ma se hai altre idee a me fa piacere sentirle :)

  12. @Tambu: Se ti riferisci a quella anche lì è riferito al riferimento nella scarsa priorità per il progetto come ho spiegato anche via mail. E’plausibile dunque che ci sia rimasto male (fosse stata una telefonata, un sms, qualsiasi cosa): non sempre maggiore quantità=maggiore interesse ed “attaccamento alla maglia”. Certo non mi dispero ma una delle conclusioni è che in futuro quando scriverò sarò ancora più chiaro se ce n’è bisogno.

    Per quanto riguarda invece la valutazione della qualità e quantità come ho già detto sarebbe interessante (basti vedere già dal titolo del post che presume un indagine più ampia) avere dei dati qualitativi e quantitativi riferiti all’intero mercato del Nanopublishing e non alla mia esimia e piccolissima esperienza: invece nei commenti e nelle relative conseguenze pare si sia voluti andare in questa direzione. Era meglio omettere sigle e siti web per non creare questi equivoci? Non ti so dire. So solo che da queste parti si cerca di esser sempre coerenti e diretti.

  13. Dario, non me ne volere, ma :
    a) qui: http://www.dariosalvelli.com/2007/09/da-oggi-anche-su-appunti-digitali te ne esci con un bel “basta essere onesti con se stessi e con gli altri per essere capaci (o almeno provarci) ad avere più collaborazioni anche con aziende tra loro concorrenti.” (citando i tuoi 2 accordi con OneWeb20 e Appunti Digitali)
    b) qui: http://www.dariosalvelli.com/about/ dici “Attualmente collabora con Nòva 24, inserto di tecnologia de “Il Sole 24 ore“. Ha aperto da poco una collaborazione con il network radiofonico napoletano Radioclub91.”
    Inoltre, se non erro, sei studente universitario, quindi dovrai pur avere il tempo per studiare…

    Cosa ne deduco?
    Che ci hai provato. Hai aperto enne collaborazioni, sperando (forse) che qualcuna di queste si concretizzasse in qualcosa di più redditizio e concreto.

    Cosa hai ottenuto?
    Che cercando di mettere i piedi in 2 o 3 scarpe, alla fine sei rimasto (quasi) scalzo.

    Vuoi un consiglio?
    Evita di rivoltare il problema sul mondo del nanopublishing, citando i blogger operai e altre @@ del genere.
    Hai fatto un pò come quel tipo che, siccome guadagnava troppo poco dal suo lavoro di vigile, si era fatto assumere anche come postino… e ovviamente era assenteista sia da una parte che dall’altra.
    OK, sei giovane e forse non hai una grande esperienza nel mondo del lavoro, ma quando firmi (consapevolmente) un contratto, lo devi rispettare.
    Se sei stato scelto da HTML.it e Hardware Upgrade è perchè avevano visto qualcosa di buono in te… personalmente me ne sarei andato da signore, evitando inutili e sterili polemiche, magari riproponendomi loro in un prossimo futuro, con idee più chiare in testa e maggior tempo libero.

  14. Dario ti sei risposto da solo. Se un post lo scrivi in 15/30 minuti, significa che ogni ora (ad andar male) ne scrivi 2; da qui deduco che in 8 ore ne scrivi 16 e facendo due calcoli al volo vuoi vedere che quasi quasi prendi più di me?

    Ovviamente obietterai che non puoi scrivere per 8 ore di fila. Ma questo, come dice anche Tagliaerbe è un problema di organizzazione tuo. Ti posso assicurare che c’è gente che lo fa (e che poi viene anche premiata).

  15. @Tagliaerbe:
    a) Certo già lì evidenziavo la difficoltà nell’avere più collaborazioni: e credo di aver anche comunicato ad AD in una delle ultime mail che provavo a vedere se ancora riuscivo per poi decidere. Non mi sembra un atteggiamento sbagliato.

    b) Qui ti sbagli di grosso: avessi voluto qualcosa di “redditizio” come dici avrei scelto altre strade e possibilità. Mi dispiace questo tuo modo di attaccare e la storia del vigile davvero non regge: il Nanopublishing spesse volte si concretizza nei contenuti in fuffa, fumo ed arrosto, se i network per i quali ho collaborato si sono risentiti in quanto ho detto è un problema loro. Perchè se vi collaboravo era proprio perchè per me rappresentavano l’opposto di ciò che affermavo nel post: anche la storia del giovane e del mondo di lavoro è vecchia, lavoro da quando avevo 18 anni,non so tu ma ho sempre rispettato i miei impegni e quando non riuscivo tagliavo. In questo caso l’avrei fatto io dopo le vacanze per una o l’altra azienda ma ripeto che non mi rammarico delle scelte, anzi anche questo fa esperienza ed arricchisce il mio bagaglio: la prossima volta capirò più facilmente anche con chi propormi e viste come sono andate le cose e le vostre risposte non credo saranno ne l’uno ne l’altro network.

    La polemica l’avete fatta voi, se cerchi sul blog credo di aver parlato di Nanopublishing, dei suoi problemi e risvolti quando ancora non collaboravo da nessuna parte.

    @Orazio: Ho scritto dipende: ma questo tuo astìo da dove nasce? Ne puoi scrivere 3 ben fatti o anche 10. Per 8 ore di fila non puoi scrivere, certo,ma ciò che significa? Un impegno tale non è da collaborazione.
    Non metto in dubbio che ci sia gente che lo faccia bene e venga adeguamente ripagata (ho scritto questo nel post?) ma qui non parlavo di miei problemi di organizzazione o altro; mi spiace l’abbiate buttata sul personale quando mi riferivo ad un mondo intero.

    Avessi scritto il post tra una settimana forse non avreste fatto tutto questo casino ma si sa: la malizia è negli occhi di chi legge in questo caso.

  16. Ti rispondo riportando pezzi del tuo post

    Vi racconto tutto questo perchè l’esperienza che ho naturato con il Nanopublishing mi è servita a qualcosa (almeno spero) e mi ha fatto capire che chi ci guadagna (economicamente) veramente non sono i blogger, chi scrive, bensì i proprietari dei network: ok non è una gran scoperta ma il panorama italiano dei network di nanopublishing credo sia deprimente e sottopagato

    Le voci di pagamenti con 3$ a post che mi giunsero tempo fa mi fanno immaginare una nuova definizione: quella del blogger operaio o se baroccamente volete del blogger cinese, malpagato, declassato, come dice Rino Gaetano.

    Inoltre ti invito a trovare l’ultimo post che hai scritto per oneWeb20.it, risale al 4 Ottobre, oggi e 21 Dicembre e ancora non c’erano tuoi post in bozza. Per ben 2 mesi non hai scritto un post. Mi sembra una chiara intenzione di non continuare a scrivere. Anche questa ti sa di scusa?

    A me invece sa di: “me li tengo buoni che non si sa mai e in più se sono ancora blogger mi becco un bel link da una pagina su oneWeb20 che non fa male”.

    PS: l’immagine non si scalfisce con un post, infatti da questa discussione noi ne siamo usciti più forti. Abbiamo buttato fuori un blogger al quale avevamo dato fiducia (non ripagata) e che si sentiva di fare il furbo. Qui chiudo la mia discussione che è anche durata troppo. Ciao Dario, stammi bene.

  17. Dario, te lo dico in un modo più secco.
    Prima ti “vanti” (anche se ironicamente) di lavorare per 2 aziende concorrenti fra loro (non sapendo che in realtà concorrenti non sono), hai scritto 7 post in 3 mesi (quando il minimo da garantire per Appunti Digitali è di 10 al mese), e pretendi ti tagliare il rapporto con i tempi e modi che vuoi tu: ti sembra un discorso normale?
    Chiudo con l’ennesimo consiglio da fratello maggiore: Hardware Upgrade (credo sia la stessa cosa per HTML.it), è un progetto piena espansione ( giusto per dirtene una, a breve partiremo con http://www.tvtech.it , ed entro il 2008 c’è sulla carta una “to do list” immensa): i futuri collaboratori, come credi verranno scelti? Non credi che un serio e meritevole blogger possa avere degli spazi più ampi (nonchè, ovviamente, un adeguato trattamento economico)?

  18. Avatar Paolo Corsini
    Paolo Corsini

    Ciao Dario,

    scrivi:

    “non so tu ma ho sempre rispettato i miei impegni e quando non riuscivo tagliavo”

    Evidentemente ci sono due eccezioni che confermano la tua regola: sei stato tagliato da due posizioni per le quali ti sei preso impegni, e che non hai rispettato. Non sei stato tu ad evidenziare per primo la tua incapacità di far fronte ad un impegno preso.

    Ovviamente con questo non entro nel merito del risultato qualitativo: la sostanza quantitativa mancava, quindi qualsiasi considerazione qualitativa alla quale tu alludi (e che resta da confermare o smentire da parte della tua committenza) ha poco senso. Inoltre, che un post debba essere qualitativamente di un certo livello è una base imprescindibile affinché questo venga pubblicato, quindi possa essere conteggiato, di conseguenza possa generare reddito per l’autore.

  19. Avatar Alessio Di Domizio
    Alessio Di Domizio

    “Parliamo di questo che è ciò che mi interessa: non diciamo banalità però perchè sullo stagista gratis siamo d’accordo tutti. La mia riflessione era tesa a capire il valore economico da una parte e quello relativo ai contenuti; l’esprimere parere su tutto anche all’acqua di rose quanto vale? Ed in caso contrario?”

    Mi dispiace che tu assuma questi toni. Vorrei segnalarti che quella sullo stagista non è una banalità ma un parametro a cui faresti bene a confrontare le tue aspettative economiche, tanto più che dici di essere d’accordo.

    Alla luce del fatto che c’è fior di laureati con master che si fa un c*** quadrato per 50 ore a settimana, le tue recriminazioni sulla povertà del settore online mi sembrano totalmente estemporanee. Dico di più: pretestuose. C’è gente che lavora più e meglio di te (e di me) nei blog italiani e lo fa gratis, dovresti saperlo. Tu invece riassumi la tua “esperienza nel nanopublishing” lamentandoti della povertà del settore, senza ricordare che sei capitato in un posto che rispetto alla media *paga bene* e comunque *rispetta i suoi collaboratori*. Non sarebbe stato più appropriato parlare di quanto *tu* hai rispettato le persone con cui ti sei impegnato? O ancora meglio tacere? E non ripararti dietro al fatto che “ci stavi pensando”. Hai fatto in media 1 post ogni 15 giorni quando dal giorno 1 sapevi di doverne fare 10 al mese. Hai sforato il contratto già dal primo mese. Quand’è che hai iniziato a pensare di sollevarti dall’incarico? Quand’è che hai chiesto scusa per aver sforato? Hai avvertito qualcuno in redazione prima che alla redazione toccasse di chiederti gentilmente di darti una mossa? E quando?

    Riguardo alle tue domande, di gente pronta ad esprimere il suo parere su qualunque cosa e quando gli va, in Italia ne abbiamo circa 60 milioni. Naturale che sul mercato valga poco. IMHO (economicamente, s’intende) valgono un po’ di più le persone che gli impegni presi li prendono seriamente, quelli di cui le aziende si possono fidare nel momento in cui gli danno un incarico.

    Che dire, spero che in futuro ti si chiariscono un po’ le idee sul mondo del lavoro. Senza retorica, di gente pronta a spiegarti che dovresti rispettare il contratto che hai firmato prima di strappartelo sotto il naso, ne incontrerai poca.

  20. Vado in ordine e vorrei rispondere a tutti (ad alcuni ho mandato mail,qualcuno ha risposto qualcun altro no) lasciando un ultimo commento (mi scuserete se non risponderò più pubblicamente ma a me non piace mettermi in evidenza) perchè i commenti sono diventati quasi un flame contro le mie vicende quando l’intenzione del post era ben altra. Sia chiaro: ho già ripetuto alla noia (e c’è scritto anche nel post) che i riferimenti nel post non sono per le collaborazioni citate ma per molte altre situazioni che ho già visto. Ho per altro citato anche il mercato Us con il quale ho avuto rapporti ma forse è stato più comodo notare altro.

    @Orazio: anche già al PiuBlogCamp quando ci siamo intravisti avevo intenzione di parlarti ma non c’è stata occasione. Chi ti dice che non avevo intenzione di lasciare? Parlare di esser furbi e scaltronerie varie (di certo non ho bisogno di alcun link e non è questa la mia filosofia, lo sapresti se leggeresti sempre questo blog e non quando fa comodo attaccare a vuoto) non solo mi offende personalmente ma è da sciocchi: son stato abbastanza bene un anno e non credo ci siano mai state situazioni con questo astìo ma prendo atto del tuo comportamento (per altro a volte abbastanza comprensivo dunque ora incomprensibile) e ne faccio tesoro.

    @Tagliaerbe: Non mi sono vantato in alcun modo: segnalavo ai miei lettori il perchè c’erano meno post ed ero più impegnato. Proprio perchè non pretendo di tagliare il rapporto ho atteso ancora per rispetto a chi mi ha scelto e cercato di continuare a rispettare gli impegni presi: è troppo comodo darsela a gambe da soli così come tagliare da un giorno all’altro. Ho già scritto nei commenti e nel post (ed anche via mail,l’hai letta almeno?) che è giusto dare spazio a chi ha più tempo da dedicare ad un progetto ed è meritevole.

    @Paolo: Se non ho evidenziato per primo il problema è perchè stavo cercando di riuscire ad organizzarmi proprio con gli impegni presi. E’ difficile e quanto meno scorretto (e da furbi come diceva Orazio) mettere il cartello del “waiting for” o del “attenzione stiamo lavorando per voi”: entrambi le posizioni potevano essere tagliate prima dalle aziende, se non l’hanno fatto avranno avuto i loro buoni motivi (alcuni come la fiducia certamente degni di stima da parte mia).

    @Alessio: C’è gente che lavora meglio di tutti noi è ovvio: quella dello stagista è un ovvietà,un classico da tirare fuori anche in situazioni come queste che a mio avviso non hanno nulla a che fare. Si, perchè rispetto il loro lavoro: la mia collaborazione di blogger non può essere in nessun modo e neanche lontanamente confrontata. Non so perchè tu legga presunzione (ma forse anche tu come Orazio leggi poco questo blog): ho già detto anche nel post e nei commenti che la mia esperienza è piccolissima dunque non rappresenta l’intero panorama (anche da questo avresti dovuto evincere insieme agli altri che le posizioni citate non c’entravano nulla). Per quanto riguarda il “ci stavo pensando” non è un impermeabile: l’ho detto diverse volte ma credi che sia piacevole prendersi del tempo, rischiare di perdere la fiducia di chi te l’ha data?
    Come ho spiegato ad Orazio sopra per questo ho atteso e non per altro (oltre al fatto come dice Tagliaerbe di non tagliare la corda quando fa comodo).
    Ci dovrebbero essere più persone che badano ai fatti che opinionisti o presunti tali: avere un incarico vuol dire assumersene le responsabilità (non sai quante volte mi son detto “ora lascio non mi sembra giusto”) e rispettare dunque anche se stessi oltre che gli altri con i quali lavori. Tutto qua.

    Con questo concludo e ne approfitto per augurare a tutti voi delle buone vacanze: la Rete è molto grande ma non escludo che in futuro possa capitare di lavorare insieme allo stesso progetto.E non v’è dubbio che ci penserò prima di prendermi un impegno e costruire qualcosa; l’esperienza in tali casi insegna.

  21. Avatar Alessio Di Domizio
    Alessio Di Domizio

    No Dario, io questo blog non lo leggo, così come non leggo il 99% dei blog personali. Rispondo solo a ciò che scrivi in questo post, non m’interessa e non ritengo di doverti giudicare come persona.

    Quello che capisco è che stai cercando di uscire a testa alta da una situazione in cui hai toppato al 100%. Il bello è che metti ancora avanti delle giustificazioni (ci stavo pensando) e dei ragionamenti (il “nanopublishing” mal pagato) che non hanno nessun rilievo/pertinenza con la situazione in cui ti sei ficcato con le tue mani.

    Quello che non capisci è che in casi del genere, quando si impersona il ruolo della causa del problema, si fa più bella figura a tacere. Tu invece sembri troppo attaccato alla tua ultima parola sulla questione per accorgertene.

    Un’ultima cosa: prima di stizzirti contro Paolo e Tagliaerbe, faresti bene a ricordare che ti hanno dato fiducia quasi alla cieca e poi sono stati molto pazienti con te. Anche qui un po’ di umiltà non guasterebbe.

    Con questo concludo anch’io.

    Ti ricambio sinceramente gli auguri.

  22. “E non v’è dubbio che ci penserò prima di prendermi un impegno e costruire qualcosa; l’esperienza in tali casi insegna.”
    Partiamo da questa dichiarazione (positiva e pacificatrice), per voltare pagina.
    Buone Natale e Prospero 2008 a tutti.

  23. […] Sono pochi quelli che sono capaci di raccontare verità come fossero bugie così come non tutti sanno far piovere: l’effetto because del quale parla Gaspar si può ricollegare in qualche modo anche alla polemica sul Nanopublishing, a come guadagnare con il blog. E penso anche io da sempre che è più conveniente e renumerativo farlo non solo nel mercato Italiano scrivendo ed avendo la padronanza di una lingua straniera, magari l’EN. […]

  24. […] Nei giorni scorsi ho letto con discreto interesse la polemica sugli schiavi del nano-publishing: da più parti si è tirato in ballo Appunti Digitali, il blog di Hardware Upgrade. Visto che ci scrivono almeno un paio di blogger che stazionano da tempo nel mio feed reader, ho deciso di dare un’occhiata alle prime due pagine di articoli. […]

  25. Dario sei pazzo?! Hai osato scrivere dell’esistenza di un problema, hai osato parlare di soldi (in euro) per pezzo che scrivi, scatenando invidie, ecc… Non si può, ennò! Sei un bambino cattivo!
    Qui ho trovato il riflesso del nostro paese al 100%, scusami se mi intrometto.
    .
    Anche tra noi diamo il peggio del peggio è incredibile. Non si può nemmeno parlare di un problema in generale, non deve esistere a priori se coinvolge me o la mia azienda: tutti froci col culo degli altri insomma. Come osi, Dario? Hai preso un impegno e devi mantenerlo. “Niente di personale”, “consiglio da fratello maggiore”, “amici come prima”…però sei stato un “co**ione”. Questo il riassunto in breve che traspare dalle parole degli altri, detto papale papale.
    .
    Ad essere onesti e a puntare sulla qualità il risultato è questo: 2-3 euro a pezzo. Si poteva parlare del fatto che, a monte si guadagna poco e quindi le paghe per chi scrive di conseguenza sono basse; si poteva arrivare a discutere sul fatto che se chi ci scrive fosse pagato di più, avremmo prodotti di qualità maggiore, ecc… Invece no. Mani avanti e contratto in pugno. Dario, avevi preso un impegno. Cavolo dai!
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    In sintesi devi fare il furbo: fai 20-30 post, di pessima qualità in 8 ore (…!) e ci guadagni (mica te li leggono dai!); magari poi ti dicevano che ne scrivevi troppi..quindi meglio pochi ma buoni insomma. Ennò, forse no, così sono troppo pochi. Perché gli va bene pagare pochissimo (che poi è lo stesso identico procedimento usato per gli stage che citano al contrario, vergognosamente, ma se lo dimenticano) e se poi si accorgono che in qualche modo li stai fottendo guadagnando addirittura più di loro le cose cambiano. Te lo fanno notare e magari ti lasciano a casa lo stesso.
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    Dario è meglio così, credimi. Tu hai parlato in generale e forse qualcuno aveva la coda di paglia. Hanno commentato qua perché hanno fatto una figuraccia e col passaparola si fa in fretta, quindi ti hanno rinfacciato tutto il rinfacciabile, però in te “avevano visto qualcosa di buono” e sono tuoi amiconi. In realtà non gliene frega niente di te e delle tue potenzialità, ma è un altro discorso.
    E la colpa è tua che non ti applichi a 2-3 euro a post, la colpa è tua che per tirare su due soldi sei disposto a guadagnare due lire. Chissà quanto prende invece un famoso esperto per scrivere. Sarei curiosi di saperlo. Sì, perché è l’esperienza che ti manca, cavolo (eh? Esperienza de che?!)
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    E sei tu che manchi di umiltà. Sì certo…
    Anche a me piacerebbe venire pagato per scrivere post, ma se chi ti da fiducia e chi collabora con te sono persone di questo genere, forse è meglio non pensarci in anticipo. Niente di personale con nessuno, per carità.
    Penso solo che nessuno, nemmeno tu, pretenda di essere strapagato per scrivere dei post, ma sinceramente leggere certe piazzate in pubblico fa davvero schifo.

  26. […] Ma stando a quanto scriveva Dario Salvelli il mercato del nanopublishing non è proprio rose e fiori. […]

  27. Dario non te la prendere, ma dopo aver letto una discussione come questa chi ci rimette sei solo tu.
    Da datore di lavoro non mi affiderei ad uno come te che, se le cose non vanno bene, poi cerca di farmi fare una figuraccia sul suo blog.
    Tutta la fiducia che vuoi, però l’ultima cosa che uno vorrebbe è doversi difendere da un collaboratore che si lamenta. Tutto sommato ingiustamente.

    Banalmente nel mercato del lavoro del nanopublishing c’è molta offerta e poca domanda. Utilizza il tuo tempo per mettere in pratica qlc idea originale. Il content è un mercato che per forza di cose è a basso salario.

  28. Fabio, “Il content è un mercato che per forza di cose è a basso salario” andrebbe approfondito e chiarito, non credi?

  29. @Fabio: Ciao Fabio, non me la prendo, figurati, anzi mi spiace di non essere stato chiaro nel post ma nei commenti l’argomento è stato sviscerato abbastanza.
    Il mio intento era quello di fare una prima analisi del settore del nanopublishing basandomi su alcune “sensazioni” più che sui numeri che non sono riuscito a raccogliere ma che spero di fare presto: ed in questi numeri c’è anche il valore “content” non solo dal punto di vista renumerativo ma soprattutto (come interessava a me valutare nel post) qualitativo. Il ragionamento da “datore di lavoro” che è stato fatto è old style e come ho già avuto modo di indagare è stato visto proprio come dici tu: è ovvio e sottinteso però che il riferimento non era per le aziende con le quali collaboravo, come per altro ho ripetuto più volte non solo in questo post. Sarò chiaro: se avessi voluto lamentarmi di alcune cose lo avrei fatto in privato più che con un post pubblico con gli eventuali rischi del caso, non credi? Putroppo a volte ci vorrebbe la giusta apertura mentale: un post così – e l’ho detto anche a loro – l’avrei scritto e messo su anche sulle loro piattaforme.

  30. Avatar MadMark
    MadMark

    Ciao Dario,

    sono arrivato su questo post per vie traverse, l’ho letto con molto interesse perchè anch’io avevo ricevuto delle proposte da Orazio Tassoni, da WinMagazine, ma non mi sono mai interessato troppo e la cosa è morta li (beh a WinMagazine ho detto proprio di no). La mia natura di Blogger è alquanto contorta e discontinua, non sarei mai stato al passo con le scadenze né, penso, avrei avuto argomenti da proporre. Voglio ringraziarti per aver fatto luce su questo tipo di collaborazioni, delle quali si sa poco o niente, e quindi per aver definitivamente colmato i dubbi che mi erano venuti.

    I miei complimenti e continua così.

  31. Avatar un post coraggioso
    un post coraggioso

    complimenti per il coraggio.
    non mi stupisce il tenore di certi commenti, voglio solo dirti di non farti condizionare da nulla.
    per uno che ti critica ce ne sono 10 che condividono la tua opinione

  32. […] nuovo network di Nanopublishing in Italia: non siamo già saturi? Read Comments  View blog reactions Tags – Parole Chiave:i blog say, nanopublishing, network di blog network nanopublishingQuello chedovevo dire sul settore del Nanopublishing l’ho scritto quasi tutto in questo post che tante polemiche ha suscitato: nel totale l’esperienza personale che ho accumulato in questo contesto è stata in fondo positiva anche se mi ha portato a riconsiderare questo business ed a pensare che l’editoria online è un settore delicato. E’ raro dunque che io legga questi blog perchè preferisco ancora quelli personali, mi danno una sensazione di un lavoro meno giornalistico; d’altronde leggo sempre con occhio malizioso anche le pubblicazioni e gli articoli dei grandi magazine ma questa “puzza sotto il naso” nasce da una curiosità innata nel volere conoscere la verità e confrontarmi con chi ho davanti. In questa ottica di confronto il blog personale è senz’altro una strada che prediligo. […]

  33. Cazzo, una cosa te la devo dire però.
    Prima di scrivere dovresti ripassare la grammatica.
    Hai scritto un post in cui ti paragoni a giornalisti (che peraltro in Italia qualche problemino ce l’hanno),
    con duemila errori!!
    Non credo che il giornalista, per essere tale, debba essere iscritto all’albo.
    Chi giornalista non lo è, si capisce in un attimo.

  34. @cupo: Ciao. Non mi sono assolutamente paragonato ad un giornalista e non è mia intenzione esserlo, non ne ho neanche lo spirito. Mi interessa più fare altro.
    Forse non hai ben capito il senso del post o non conosci bene le dinamiche della guerra blogger vs giornalisti che molti spesso lanciano. Lieto di tornare a scuola per rimediare agli errori ortografici. Si accettano consigli.

  35. Alberto Soffia » Blog Archive » Dal nanopublishing al nanoplagiarism

    […] Mi ha colpito l’intervento di Dario Salvelli di qualche mese fa, in cui l’autore parla di alcune brutte esperienze di nanopublishing, soprattutto riguardo i compensi esigui e dipendenti da variabili arbitrarie, come il successo del network su cui si scrive. […]

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