Devo ancora farmi un giudizio sul primo numero di Wired Italia ma approssimativamente la mia impressione è abbastanza simile a quella di Marco Mazzei:
Ma a parte questo, e a parte un certo fastidio per il richiamo a quel giornale più che mitico, Wired Italia non mi convince soprattutto perché dopo averlo sfogliato e letto mi si è materializzato un enorme punto di domanda sulla testa: e quindi? Che cosa mi vuoi dire?
Ma su tutto: questa sensazione di eccesso. Troppe cose, troppo confuse, molto rumore e pochissimo segnale. Aspetto con simpatia il prossimo numero.
Mi aspetto poi tanto e di più dal sito web che in fin dei conti esteticamente non è malaccio ma deve proporre contenuti originali e validi: l’articolo su Twitter per il quale mi hanno chiesto un parere è stato più volte editato online (già questa forma di passaggio dal giornalista all’editing fa perdere tempo e forza all’articolo) ma non si notano le modifiche che sono state fatte.
Inoltre, negli articoli del sito non ci sono link verso l’esterno: Wired non può fare come Il Corriere e La Repubblica. Curioso, comunque, che Wired Uk verrà lanciato dopo la versione italiana.
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