Il Social Media Marketing non esiste
La provocatoria campagna che ho lanciato proprio su Facebook

Qualcuno li chiama ancora new media questi Social Media ma di “social” nella pubblicità proposta agli utenti ormai c’è davvero poco soprattutto da un punto di vista etico e decisionale. E’ il presunto “social media marketing“, tutti provano a darne una definizione ed a creare strategie!
Come ho ricordato Twitter e Facebook sono delle aziende quindi se pensi a questo fatto l’indimenticabile copertina con lo YOU del Time va a farsi benedire.

Tu non decidi proprio nulla, ti illudi di avere tanti amici ed interessi, di coltivarli con un semplice click che ti fa sentire potente, intelligente e attivo ma in realtà la maggior parte delle volte stai solo vendendo la tua anima a un database, a delle aziende che in qualche modo devono pur campare e permetterti di fare quelle attività per le quali impieghi sempre più tempo della tua giornata. E’ tutto content marketing l’ingrediente del Social Media Marketing.

Cosa succede in 60 secondi nei Social Media
Cosa succede in 60 secondi nei Social Media

Facebook presenta nuovi annunci pubblicitari e dice ai responsabili marketing dei brand che alla fine solo il 16% degli utenti iscritti ad una pagina Facebook vede un eventuale post o contenuto pubblicato nel feed (e non è detto che il fatto che compaia significhi che lo abbiano guardato) costringendoti a spendere di fatto soldi per raggiungere l’audience che magari hai conquistato con tempo e fatica, investendo competenze e puntando su di un target preciso. E’ la pubblicità su Facebook, bellezza! Altro che Social Media Marketing!

Puoi pure avere 1 miliardo di fan ma non li contatterai mai direttamente, avrai conversazioni sfilacciate e occasionali, delle sveltine digitali che non serviranno a nulla e non soddisferanno chi ti segue per la prima volta o chi è affezionato. Altro che engagement. E ti diranno da Facebook che se vuoi trasformare veramente quel numeretto da 16 a 100 lo puoi fare ma dovrai pagare la pubblicità affinchè il tuo messaggio passi a tutte le persone iscritte alla pagina di un brand.

Quando questo meccanismo accadrà in maniera massiccia anche su Twitter e allora avremo di fronte non più dei social media ma dei diktat media: sarà inutile seguire e interessarsi a profili che non siano i nostri amici o le persone che reputiamo interessanti e di valore all’interno della social reputation (che ha sempre più strumenti, più o meno affidabili, di analisi) e di una community.

Si tornerà in massa a comprare blogger e “opinion leader” per fare pubblicità invece dei link che anche per Google hanno ormai sempre meno valore? Non è che Facebook fa un po’ come gli pare sugli insight delle pagine pompandoli dopo che hai comprato pubblicità e tenendoli volutamente bassi grazie ai continui cambiamenti del suo algoritmo Edgerank? Non sarebbe la prima volta e lo ha dimostrato anche Google con AdWords.

Per lo meno del PageRank e dell’algoritmo di Google riuscivamo a capire qualcosina studiando e sperimentando ma ciò che fa Facebook modificando e forzando l’abitudine degli utenti è a noi sconosciuto e sicuramente sospetto tanto che è stato costretto ad ammettere che Facebook aggiunge like automaticamente alle pagine anche se gli utenti non hanno cliccato. E più di uno studio ha dimostrato come molto traffico proveniente dagli investimenti pubblicitari su Facebook siano dei bot, non sono utenti reali.

Insomma è necessario indagare sui click che il social network produce, non entusiasmarsi eccessivamente per il Facebook advertising: forse insieme ad una buona strategia di Social Media Marketing solo le Facebook Offers, le Offerte, sono uno strumento veramente utile e misurabile.

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9 Comments

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    Proverò a risponderti con più approfondimento dal mio blog, come si usava fare un volta tra le “persone che contano” :-)

  • “Stai a vedere che si tornerà in massa a comprare blogger e “opinion leader” per fare pubblicità invece dei link che anche per Google hanno ormai sempre meno valore?” Incrociamo le dita :-)

  • Sono tutte bolle, e lo si vedrà quando finiranno quotate, opzioni al ribasso bisognerà comperare, altro che azioni.
    Una cosa che non si è ancora capita a mio avviso è che internet deve agevolare ciò che si è sempre fatto.
    Internet non Facebook Twitter o altri. Google poi è la cosa peggiore che sia mai capitata. I monopoli come google e i social senza tema come Facebook più diventano grandi , più perdono il loro significato. Ci vogliono 2 neurono con ognuno che può pure dormire e far montare di guardia l’altro, per capire che su FB non si combina niente. E la gente sta togliendo le” amicizie”. Meno male.
    Ho sempre pensato a social tematici, ma alla fine si trovano tutti che vogliono dare qualcosa, vendere e nessuno che prende perché amano lo stesso tema.
    Funzionano cose come siti di annunci , questa è la verità dove c’è una domanda , un’offerta, è chiaro cosa si vuole ci si contatta. E poi entra in gioco Internet che per me è skype, è software per lavorare insieme a distanza.
    La reputazione c’è sempre stata, se ci si illude di misurarla e di tenere il controllo si spreca solo tempo. Stupida la definizione di un web 2.0 come quella postuma di web 1.0. Stupidi i social e via a motori di ricerca diversificati. Ma stiamo scherzando? Quelli di Google con il monopolio con la porta girevole adsense e adwords. Ragazzi tenete acceso il cervello, bastano 2 neuroni e piantatela di feseteggiare le novità. Puntare su cose che sono sempre esistite con nuovi strumenti e screditare i monopoli.