In questo post Fabio Lalli ha riassunto benissimo il meccanismo – lo stesso che viene usato nel marketing per vendere un brand – che Matteo Salvini utilizza per acquisire consenso attraverso la Rete in questo caso con il sito Vinci Salvini:

Gli step che riassume bene Fabio sono:

  • produrre un contenuto
  • creare engagement verso una piattaforma proprietaria
  • acquisire dati di contatto diretto
  • profilare in profondità per conoscere 
  • usare i dati al momento giusto, direttamente senza intermediari

Cosa vi ricorda? La realizzazione di una community di fan, clienti o semplicemente prospect con tutti i loro dati che mi immagino finiscano in un database (un CRM!) per poi essere utilizzati nella costruzione dei contenuti, nella creazione di advertising ben mirato (affinchè il target venga raggiunto localmente con eventi guarda caso organizzati mediante Facebook ed un buon presidio locale) per vendere il prodotto. Non a caso molti utenti sono stati raggiunti dall’advertising della Lega (ma in verità anche di tutti gli altri partiti) su Facebook ed Instagram durante questa campagna alle europee con l’unica differenza che quello della Lega era ben mirato tanto è vero che ad esempio il sottoscritto, che non ha mai votato Lega, non è stato colpito dal messaggio mentre sono stato invaso da altri partiti (di cui non sono elettore).

I cittadini diventano clienti, per “migliorare il servizio” vengono anche stipulati accordi con i competitor come il M5S, il prodotto venduto è fisico e si può toccare, è il leader del partito: una cena, un selfie, una stretta di mano, il prodotto, comunicato in tutte le salse e su tutti i canali e ovunque, viene però elevato a bene scarso, esclusivo, non importa se faccia bene o male, l’importante è possederlo anche solo per un attimo.

E se poi è praticamente gratis e ci costa soltanto un like o un retweet, un granello di Privacy (a prima occhiata il sito Vincisalvini.it ha una informativa non visibile e chiara ed una cookie policy scritta male oltre al fatto che non è possibile negare il consenso per i cookie, non sono un esperto di GPDR ma qualcosa non mi convince), allora cosa vuoi che sia?

La homepage di Vinci Salvini con i dati da lasciare

Aspetta ma cosa mi ricorda tutto questo? Ma sì! Quello che molti chiamano influencer marketing!

E chi citare in Italia se non Fedez o Chiara Ferragni quando si parla di influencer?

Qualche tempo fa per promuovere il nuovo album “Paranoia Airlines” Fedez mise in palio una cena con lui: pre-ordinavi l’album, ricevevi un gratta e vinci, grattavi e potevi vincere una cena con i Ferragnez.
https://www.instagram.com/p/Bq43_OqF1Ae

Matteo Salvini non ha fatto altro che ergersi continuamente a personaggio, a tronista (le divise, le felpe, i selfie, il “buongiornissimo” o il “bacione”, tone of voice adatto per raggiungere la clientela desiderata) diventando vero e proprio “influencer”, non quelli che emergono perchè hanno una qualità oppure un’arte particolare rispetto agli altri (quelli che chiamiamo “creator” perchè sono bravi nel loro campo) ma quelli che fanno di tutto per scalpore in modo da fare notizia e followers, un po’ Gianluca Vacchi, un po’ Dan Bilzerian.

Il concorso #VinciSalvini non è nuovo ma era stato già lanciato nel 2018 (sul sito ufficiale infatti è fermo al 2018) ed aveva ricevuto un’istruttoria del Garante della Privacy (nulla ho trovato sul sito del Garante sui risultati). La strategia però resta sempre vincente e nonostante Facebook abbia annunciato di limitare chi fa engagement baiting, l’acquisizione dei dati dei cittadini continua e la profilazione dell’elettorato avanza anzi questa volta vengono usati anche altri social.

La crisi di like e probabilmente di reach che ha avuto Salvini su Facebook ha spinto infatti a puntare di nuovo su questo meccanismo ma a coinvolgere anche Twitter (dove c’è un elettorato più complicato ed esigente) ed Instagram in modo da raccogliere e profilare gli elettori in maniera più profonda e variegata. Non a caso nel nuovo “concorso” l’attivazione di questi due social ha un “valore” più alto rispetto al #VinciSalvini dello scorso anno:

Vinci Salvini 2018
Vinci Salvini 2019

Come dice espressamente lo stesso profilo Twitter di Salvini, finchè le piattaforme lasceranno la libertà a partiti politici di usare le piattaforme in questo modo tutto diventa assolutamente lecito ed è normale che nascano iniziative del genere, anzi possiamo dire che quei leader e partiti che non riescono a fare marketing usando meccanismi simili forse hanno già perso in partenza la battaglia sulla comunicazione e sul consenso, sul far raggiungere il proprio messaggio ai cittadini.

La cosa più triste è che in questo caso non si comunica nulla, nessun programma o messaggio politico, il vuoto più assoluto. Si bandisce un concorso per una foto o un video con il cantante preferito.

D’altronde nell’Italia delle slot machine perchè stupirsi?


[UPDATE Monday 13]

  • Ho notato che anche AGI ne ha scritto in merito chiedendosi proprio dove finiscano i dati, da chi e come vengano trattati, con quale sicurezza. Questo importante aspetto vale per tutte le piattaforme messe in piedi dai partiti (vedi M5S).
  • David Puente su Open segnala l’advertising su Facebook già concluso da Salvini e dalla Lega. Le cifre totali che però alcuni sparano sembrano esagerate.

Se vuoi sapere quando pubbico su questo blog, ti invierò ogni tanto una mail. Iscriviti qui (esatto, non ti venderò nulla!):

[revue_subscribe]

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.