Ne ho già accennato alla fine dell’ultimo post e senza scoprire l’acqua calda l’avevo detto che molti posti di lavoro nell’editoria in Italia sono a rischio. La Finanziaria ha aumentato i soldi destinati all’editoria ma non basta, non serve.
Paola Caruso è una giornalista de Il Corriere della Sera: stanca di 7 anni di precariato e di aver visto passare avanti insieme ad altri un giornalista non professionista ha deciso di cominciare da 24 ore lo sciopero della fame e della sete (che ha interrotto ieri sera grazie all’appello di alcuni utenti su Friendfeed). In questo post spiega i suoi motivi.
Molti blog hanno già espresso solidarietà a Paola che ha pubblicato una foto del suo peso: Macchianera ad esempio ha sostituito la sua prima pagina con il post di Paola Caruso mentre Alessandro Gilioli ne ha scritto sul blog e Nicola Mattina ha scritto una lettera aperta a De Bortoli e tanti altri che solo a citarli per fortuna l’elenco è lungo quindi continua a far girare il caso di Paola e usa gli hashtag #paolacars, #paolaprecaria e #stopcorsesa4paola.
Secondo me ci vorrebbe lo stesso casino per ogni precario indipendentemente da lobby, aziende, quasi un sindacato di blogger che uniti insieme siano in grado di creare un nuovo media che parli del singolo caso e lo esponga. A quel punto sono sicuro che non se ne potrebbe non parlare, che si smuoverebbe anche la televisione e forse saremmo un Paese migliore.
Non ci resta che leggere il suo Twitter e il suo blog per attendere le novità che ci saranno. Tanti auguri Paola.
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