Pochi giorni fa Stefano Caldoro, governatore della Regione Campania, ha affermato che nei bilanci della Regione Campania ci sono 7 miliardi di passivo: l’ha definitio un vero e proprio “tsunami”. E’ per questo motivo che le tasse di questa Regione continuano ad aumentare e che garantire tutti i servizi soprattutto quelli essenziali (dalla sanità ai trasporti) sta diventando sempre più difficile se non impossibile.

E allora in un clima del genere, in un territorio passato da felix a mortem, la Regione Campania cosa pensa di fare? Di rinnovare il suo triste portale regionale deliberando il 2 Aprile (file .PDF) 2.800.000 euro circa per la realizzazione del Nuovo Portale Regionale.

E’ favoloso constatare come negli anni non sia cambiato nulla: viene seguita la scìa del portale del turismo Incampania per il quale sono stati spesi 3 milioni di euro per lo startup e che chissà quanto continua a costarci.

Qui sotto potete leggere la delibera e gli allegati con il quadro economico, sono atti pubblici ma li ho salvati, non si sa mai che spariscano magicamente dal BURC della Regione Campania. Da notare che del totale della spesa destinato al “restyle” solo il 50% dell’importo arriva da Fondi POR FESR 2007/2013: ma la commissione di valutazione davvero l’ha ritenuta una spesa necessaria e giustificata (con l’anticipo del 30% dell’importo)?

Qui si può leggere il quadro economico con i costi:

E lo schema di convenzione con la società che realizzerà il portale:

La società che si occuperà del nuovo portale è la Digit Campania Scarl, società in house alla regione Campania che secondo alcune voci è di una tirannìa assoluta perchè qualsiasi progetto della Regione passa esclusivamente da loro, da un consorzio che chissà a quali imprenditori fa capo (non ho tempo per indagare). Insomma fanculo alla trasparenza e al turnover, all’occupazione, all’innovazione.

Perchè in Italia è così facile tagliare la gola ai lavoratori e alle imprese oneste e non si ha il coraggio per dare un colpo secco alla inutile spesa pubblica facendo saltare quei meccanismi burocratici e di potere che rendono vecchio e inefficiente il nostro Paese?

9 Comments

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  • Front end 25.000 euro, praticamente tutto ciò che l’utente vede non conta niente.

    Al contrario in Europa il front end è proprio la parte più importante, perchè un sito non navigabile correttamente non è visitato da nessuno e ha un bounce rate altissimo.

    Figurati a parlare di UX in Campania….

    oltre 500.000 euro di attrezzature multimediali… direttamente dagli anni 90… vorrei chiedere a un responsabile l’utilità al cittadino su questa parte di investimento e soprattutto tre case studies di siti istituzionali italiani che hanno usato questo approccio e con che risultati in termini di visite e call to action.

  • Grandi! D’altronde, se hai un buco di 7 miliardi di Euro, perchè fare i tirchi e non buttarne via altri 3 milioni per un “portale”? :)))))

  • Una vera vergogna.
    Il sito della Apple è costato meno.
    Non capisco perché mai quando ci sono le amministrazioni pubbliche qualsiasi cosa debba costare milioni di euro!
    INDIGNATO.

  • DigitCampania scarl è l’ex-Campania Digitale s.r.l, già Talete Campania Digitale scarl assurta più volte alle cronache in passato per altri progetti della Regione Campania a suon di milioni di euro e per la gestione del blog “personal-istituzionale” di Antonio Bassolino.

  • non contesto i numeri, evidenti. Però dire che la società è “tiranna” perché prende tutti i lavori della regione, quando esiste una legge (decreto Bersani 2006, art. 13) che obbliga gli affidamenti alle società in-house (e contestualmente vieta ad esse di partecipare al libero mercato) è piuttosto sbagliato.

    1. Ciao Tambu, certo, conosco bene lo statuto e la tipologia di società a diritto pubblico dunque se la metti solo dal tuo punto di vista hai ragione ma io in questo caso ho parlato di “tiranna” e di voci lanciando il sasso affinchè chi di dovere vigili e approfondisca se non riesco a farlo io per questioni di tempo (non ho più controllato ma nessun media ne ha parlato). Inoltre non so se questa tipologia di società in un territorio così delicato (ma in generale nella PA) sia ideale per gestire e lavorare su progetti del genere anche perchè sono convinto che la politica non debba entrare nella gestione di una società seppure non sia a fini di lucro come Digit Campania.

      E’ mio interesse dunque capire anche come sarà il progetto indipendentemente dalle cifre, a volte alzare polveroni serve anche a questo, a far si che non si ripetano o si facciano errori. E lo faccio da persona che non ha nessun conflitto in quanto non sono legato a nessuna società concorrente e/o interessata nè sono nella short list di professionisti della società Digit Campania.