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La volta buona del diritto di critica

Avevo scritto questo post il 30 Aprile 2015. Dopo quasi 5 anni ho casualmente letto che nel 2017 le richieste avanzate per il medesimo servizio giornalistico commentato da Luca Giurato erano state respinte ed ho pensato fosse giusto pubblicarlo.

Il fatto è questo, statemi a sentire – diceva Totò nella poesia A’Livella.

Oggi pomeriggio ricevo via email una lettera proveniente dallo studio Previti per conto della signora Lella Volta (non è la prima volta che mi capita una richiesta del genere, successe già qualche tempo fa). Mi viene intimato di rimuovere il post entro ed i relativi commenti entro e non oltre 48 ore perchè secondo loro:

  • I fatti sono risalenti a 6 anni or sono e non rivestono più nessun attuale interesse
  • Contiene espressioni offensive e lesive del decoro, dell’onore e della reputazione della loro assistita e che travalicano senz’altro il limite di un corretto esercizio del diritto di critica

Vediamo di cosa si tratta. Nel lontano 2009 scrissi un post dal titolo “La crisi dei giornalisti” (ora non più pubblico ma ancora in archivio) commentando il servizio che la giornalista Lella Volta di Matrix fece a seguito del terremoto de l’Aquila dove intervistava i terremotati che trascorrevano la notte in automobile. Ve lo ricordate?

A suo tempo destò un sentimento di indignazione, Facebook ma soprattutto Twitter non erano ancora così diffusi in Italia e quindi non c’erano ancora i titoli da “il popolo del web s’indigna” ma i blog erano ancora molto frequentati. Sia Cattivamaestra (il blog del giornalista Emanuele Minetti de Il Post) che a suo tempo linkai in quel post che Giornalettismo (ma anche altri blog) espressero delle critiche.

D’altronde suscitarono polemiche anche i numeri che il TG1 snocciolò con orgoglio in diretta sui dati d’ascolto delle dirette dal terremoto.

In quel post ponevo domande serie e che andavano oltre il servizio: “Fin dove deve e può arrivare un giornalista?” “Quali sono i limiti del codice deontologico?”. Mi sarebbe piaciuto che Lella Volta, anche dopo anni, avrebbe risposto a me ed ai commentatori di quel post.

Io non sono un giornalista, ho sempre scritto da contributor ma tutti quelli mi conoscono davvero sanno che sono sempre stato dalla parte dei cittadini, la mia storia professionale lo dimostra avendo lavorato per Roberto Saviano ed Altroconsumo e dedicato parte del mio impegno civile nella lotta all’illegalità.

Non penso di aver diffamato la signora Volta e che questo sia un caso di diritto all’oblio: se fate qualche ricerca noterete come quel servizio sia (n.d.r. lo era nel 2015) ancora presente online addirittura nell’archivio di Striscia La Notizia, puntata 170 dell’8 Aprile 2009 dal titolo “Domande inopportune“.

Nonostante pensi di aver esercitato soltanto il mio sacrosanto diritto di critica, ho deciso di rimuovere il post (vecchio di 6 anni…) dal blog, il che non significa da Google ad esempio o da eventuali archivi che hanno salvato quel contenuto e per i quali non sono nè mi ritengo responsabile.

Dedico tutte le mie energie a fare al meglio il mio lavoro da pubblicitario e ad agli affetti, non ho tempo e non voglio dedicare soldi per mandare avanti una causa per 709 caratteri che qualcuno ritiene illegittimi.

Celebre è la frase di Umberto Eco “Questo è il bello di Internet. Chiunque ha diritto di manifestare la propria irrilevanza”. Io credo solo che chiunque abbia il diritto di esercitare il proprio diritto di critica.


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