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Il futuro di Youtube e dei video online

Ho letto due interessanti articoli su IHT: il primo è una carrellata di episodi riguardanti la violenza di questi mesi presente nei video inviati online sui servizi di sharing come Youtube o Google Video. Si parla anche del caso italiano del bambino down, di controllo dei contenuti, tra probabili Moige e divieti di accedere a questi siti web dai computer delle scuole.

L’esplosione della multimedialità, specie relativa ai dispositivi mobili, non ha fatto altro che trasformare fenomeni già presenti come Rotten, trasportandoli sul piano dell’immagine in movimento, del video sgranato e tecnicamente imperfetto: Nothingtoxic è da tempo un contenitore crudo di filmati.
Il secondo articolo riguarda invece il futuro di YouTube, il suo modello di business che si sta concentrando su accordi e partenrship con piccoli media ed aziende, offrendo loro non solo la possibilità di avere un pubblico ampio quale quello della community di Youtube ma fornendo anche una piattaforma per la distribuzione, promozione e vendita dei contenuti.
Aumentano dunque il numero di videoclip musicali tanto da far nascere un enorme raccolta di materiale: l’analisi dei termini cercati su YouTube indica ciò che gli utenti desiderano vedere, spesso corrispondente ad un alto valore di entertainment.
Non so come cambierà il business model di YouTube, se come già fa Tuovideo.it offrirà dei soldi per chi invierà video; nell’attesa godiamoci la libertà di scoprire filmati divertenti o se vuoi di seguire Sanremo 2007.

[UPDATE, March 3] Neanche l’avessi anticipato: altro che piccoli Media, la Bbc si è accordata con Youtube.


Commenti

2 risposte a “Il futuro di Youtube e dei video online”

  1. […] Due aspetti fondamentali della Rete che a mio avviso sono intrecciati tra loro sono ordine di discussione in questi giorni. Il primo riguarda il futuro dell’informazione online e nel caso specifico dei video: tra IPTV, web-Tv e quant’altro nel futuro prossimo ci troveremo molti contenuti (accade già ora) visivi che sostituiranno o saranno integrati in parte da quelli testuali. Ed allora si pone il problema della censura o addirittura della creazione di un Moige: esistono già estensioni per Mozilla Firefox e software per filtrare i contenuti per il pubblico meno adulto. E’ possibile fare lo stesso nella Tv tradizionale mediante l’utilizzo dei set top box. La preoccupazione della condivisione di video barbari o fuori dal comune come la trasmissione della morte su YouTube a causa dell’uragano Dean è giustificata e porta l’attenzione sul ruolo che avranno i media digitali spesso a caccia di scoop sensazionali e dei nuovi servizi web: le reti peer to peer possono contribuire nell’immensa fiera del download alla scoperta dei contenuti video eticamente nascosti al pubblico. Internet è fatta di scelte, come per lo scatolone a tubo catodico anche qui siamo dotati di telecomando; basta un click sul link giusto e possiamo cambiare sito web, sfogliare pagine tra le più disparate. Se anche la più grande enciclopedia virtuale come Wikipedia si è rivelata – grazie a software come Wikiscanner- inaffidabile e parzialmente taroccata allora c’è da stare attenti a dove si punta il mouse. […]

  2. […] Davvero una miseria. E’ ancora difficile comprendere quale sarà il futuro di YouTube. Sarebbe però quanto meno difficile immaginare il prossimo Web senza uno strumento come YouTube. […]

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