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Immagina di collegarti a Google.it e di avere, magari sotto il form di ricerca, un’interfaccia che permette di fare il download dei brani più ascoltati in Italia nella hit parade della settimana.

Il business della musica online sembra sia sempre più importante perchè in grado di attrarre un’utenza larghissima. Mentre Last.fm torna (parzialmente) sui suoi passi , Google China fa scaricare gratuitamente canzoni dalla sua homepage. Si tratta di artisti cinesi ed internazionali: Google ha firmato accordi con etichette prestigiose quali Sony Music, Warner Music, EMI, Universal Music che offriranno 350 mila brani che diventeranno più di 1 milione nei prossimi mesi.
Si tratta di una strategia che da queste parti appare curiosa: nel mercato del paese orientale Google non è forte come negli altri ma deve lottare con la concorrenza di Baidu, il principale motore di ricerca in lingua cinese. D’altronde, una mossa del genere è giustificata dall’elevatissimo numero di utenti dell’Internet cinese, un audience che scarica musica in maniera illegale e pirata nel 99% dei casi.

Non è soltanto un problema legato alle licenze dei diritti d’autore se, contrariamente a quanto sia lecito aspettarsi, anche il mercato dell’online finisce per frammentarsi in tanti piccoli pezzi geografici. Da questa frattura scaturiscono importanti considerazioni sociologiche: il principio universale per il quale le produzioni musicali (e più in generale quelle artistiche) uniscono i popoli avvicinando usi e costumi assai diversi viene messo pericolosamente in bilico, si crea una frontiera dei senzamusica, una emarginazione che è culturale più che economica.

Via [Reuters]

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