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CouchSurfing e l’utopìa del Web 2.0

CouchSurfing è stato certamente tra i servizi più interessanti al mondo soprattutto per la sua etica: scambiare l’ospitalità tra le persone in maniera gratuita soltanto per il gusto di viaggiare e di conoscere nuove persone ha rappresentato dal 2006 una opportunità intelligente e divertente oltre che economicamente vantaggiosa. Se avete avuto una esperienza con CouchSurfing, raccontatemela.

Ora CouchSurfing non chiude ma cambia entrando in una nuova era, abbandona la connotazione del no-profit per piegarsi al dio denaro. E scommetto si trasformerà un po’ in una specie di Airbnb nonostante il fondatore di CouchSurfing abbia promesso che alcune funzioni di base resteranno gratuite e che il servizio non sarà mai totalmente in vendita. Però ormai il passo è fatto, la trasparenza è andata a farsi benedire e condividere il divano di casa non avrà più lo stesso appeal, sarà soggetto a quelle capitalistiche leggi che governano (non sta a me giudicare se sia giusto o sbagliato) il mondo e il Web.

Se il Web 2.0, quello della condivisione spontanea e magari anche gratuita, si è dimostrato essere eticamente una utopìa con le conversazioni diventate veramente dei mercati aggressivi e turbolenti, come sarà il Web 3.0?

Photo: http://grangrantorino.tumblr.com/


Commenti

4 risposte a “CouchSurfing e l’utopìa del Web 2.0”

  1. Che palle! Sono stufo di leggere commenti simili, magari da gente che Couchsurfing non l’ha mai fatto! Non cambia nulla. Non vende nulla. Meno paranoie da black block e più concretezza, grazie.
    Io continuo ad ospitare aggratis. E così continuerà ad essere.
    Il motivo delle registrazione come azienda B, che significa socialmente impegnata nel registro USA, come spiegato dal fondatore, non è il guadagno, ma il profilo fiscale che non era legalmente consentito. Gli utenti hano sempre auto-finanziato il sito, con la verifica e l’obolo di offerta (che va a incrociare indirizzo e dati dalla compagnia di credito).
    Gl introiti, che servivano a pagare server, personale che lo gestisce, ecc… ci sono (e per fortuna!) sempre stati.
    Mantenere un sito così grande, non è mai stato gratis.

    1. Mauro io CouchSurfing ce l’ho da tantissimi anni e l’ho fatto una sola volta, ho amici che l’hanno fatto tante volte. Non ho espresso dubbi sulla qualità e sull’idea ma più che paranoie (che poi l’hanno create gli utenti stessi protestando in un thread) riflettevo soltanto sul modello e rispondevo a chi pensa che appunto un servizio del genere possa essere sempre gratuito o possa sostenersi – da solo. Tutto qua. Inoltre se entrano altri partner all’interno questi qualcosa dovranno pur pretendere: o no? :-)

  2. Non cambia niente, basta paranoie!

  3. Era una riflessione provocatoria per chi pensa che il web debba essere sempre “free” e che non cambi appunto niente. :-)

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