Siamo un Paese razzista e fascista, c’è poco da fare. Non siamo abbastanza aperti per cogliere le contaminazioni culturali come una opportunità di crescita. Esponenti della Cisl che citano Mussolini, politici che si fanno autografare la sua foto in Parlamento, spazi sociali di destra che trasmettono Rambo (non sono migliori quelli di sinistra con i film in polacco trasmessi solo perchè fa tanto radical chic).

Se hai la pelle nera vivi malissimo in Italia, se sei extracomunitario ti guardano male, ti irridono e rappresenti un pericolo anche se sei una bravissima persona, educata, civile, che cerca di integrarsi nella società. E con la scusa della crisi, della disoccupazione, una stupida rivendicazione di una italianità presunta basata sul colore della pelle o su stereotipi culturali fa scaturire un razzismo idiota e anacronistico che viene continuamente giustificato. Continuo a sentire per le strade: “nero di merda“, “stupido nero“, “questi cazzo di neri“.

Non è bastata una miss Italia nera, riuscirà un centravanti nero, Balotelli, con i suoi goal e le sue vittorie, a demolire il razzismo e far capire agli italiani che ciò che conta veramente è cosa fai nella vita? E quelli che tiferanno la squadra avversaria di SuperMario continueranno ancora con quei tristissimi “buu”?

Riuscirà quella foto di Balotelli che abbraccia sua madre a solleticare il senso d’appartenenza dei mammoni italiani, quelli che rientrano nel luogo comune del terribile (ed a tratti omofobo) docu-reality di Mediaset?
A dimostrare che Balotelli con quell’accento bresciano e i suoi modi di fare forse è il più italiano medio di tutti?

Singolare che possa essere Mario Balotelli, un personaggio tanto discusso e contestato, a diventare il simbolo di una lotta al razzismo. Siamo tanto fascisti quanto cristiani e forse finchè non ci sarà un Papa nero temo che quei cori continueranno a esserci.

[UPDATE 4 Luglio]

– John Root sul Guardian fa una riflessione simile su Balotelli: Mario Balotelli as a black Italian hero: long may it last

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