Il video qui sopra, “Pay attention“, è prodotto da T4 e mira ad usare le tecnologie e la pazienza per migliorare le tecniche di insegnamento, apprendimento. Concentrazione ed un attenzione maggiori nei confronti dei bisogni degli studenti. Forse vale lo stesso anche per i blog.
La prima parte qui (first part here).
Ha ragione Massimo nei commenti: ultimamente analizzo troppo il mondo dei blog con tentativi di capire meglio più che il “fenomeno” le sue conseguenze.
Ci sono brutte pratiche come quelle capitate a Vittorio che andrebbero evitate così come polemiche sterili ed iniziative ridicole come quella del blogroll rosa. Che poi portano soltanto a piccoli defacement.
Non gridate allo scandalo ma ho sentito di tutto riguardo il mondo delle “blogstar” e della blogosfera (l’insieme dei blog), ci sono già profili tracciati da altri: blogger che seducono aziende, vanno ai barcamp solo per potere scambiare link e conoscere le blogfemmine più belle, cacciatori di aperitivi/cene ed oggetti hi-tech.
Mi stupisce dunque poco questo articolo di Franco Carlini apparso su “Il manifesto” di ieri nella sezione “Chip & Salsa” che spazia dal criticare i blog d’autore al format attuale con il quale tutti si presentano (la cronologia dei post dal nuovo al più vecchio).
Però i blog, quando non sono scritti da “evangelist”, servono anche ad aiutare studenti, curiosi, esperti: basti pensare al progetto Bloglab, a RItalia (temporaneamente abbandonato).
Dovremmo, come sottolinea il video sopra dedicato a chi insegna agli studenti, fare più attenzione anche alle necessità degli altri; perchè il mio, il tuo blog, da soli, valgono poco.
E’ il Big Blog Bang che conta davvero.
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