flickred-porn.jpg

Mentre al New York Times scrivono che il web non è un ambiente pericoloso per i bambini, Derrick de Kerckhove e Vincenzo Susca scrivono un interessante, prospettico e per nulla banale articolo sull’Espresso indagando il rapporto tra il Web, il porno ed i suoi consumatori:

Siamo al cospetto di una popolazione che tende ad equivalere alla massa degli utenti della rete, un ambiente comunicativo dove le luci rosse rivestono un ruolo di primo piano, come mostrano i dati secondo cui la parola ‘sex’ è quella più digitata nei motori di ricerca, il 35 per cento dei file scaricati corrisponde a contenuti bollenti e il 12 per cento dei siti è di natura pornografica.
E anche l’atto di visione di Youporn è situato nella maggior parte dei casi, nelle cornici del vissuto personale e non più in zone nascoste o nel tempo libero. Ne è conferma il dato secondo cui il 70 per cento del consumo e dello scambio di video e comunicazioni porno avviene durante il tempo di lavoro.
Secondo Alberto Abruzzese, direttore dell’Istituto di Comunicazione dell’Università Iulm di Milano “come il voyeur ottocentesco vagava per le strade della metropoli passando tra prostitute e vetrine, anche il corpo del passante virtuale cede all’appeal delle lucciole digitali. In tal modo Youporn si rivela essere l’inferno di Internet”.
La socialità elettronica dispiega attualizzando e dilatando forme sperimentate già nel Medioevo, una dimensione carnevalesca della vita collettiva con tanto di rituali orgiastici e di dissolutezze. Una volta spalmata negli interstizi spaziali e temporali più ordinari del quotidiano – dal lavoro allo studio, dal loisir alla vita domestica – la pornocultura viene lentamente metabolizzata e si banalizza, smarrendo progressivamente la propria originaria carica trasgressiva.

Mi pare tra l’altro che – tranne qualche esagerato tono apocalìttico (dài, alla fine è solo un filmato porno, no?) – sia tutto abbastanza condivisibile.

6 Comments

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

  • Internet is for porn. E se non ci fosse stata Internet ci sarebbero stati i giornalai che vendono ai 14enni (come capitava ovunque) e i cinemini porno….

    E’ solo cambiato il mezzo.

  • xchè la società se la prende tanto col sesso?
    …forse x invidia?
    Non c’è niente di male nel sesso tra adulti consenzienti, è ora di finirla con questi falsi moralismi.
    Meglio pensare ad eliminare i giochi violenti, i film orror o di violenza che vengono trasmessi a tutte le ore.
    …su questi nessuno ha da ridire?

  • è ora di finirla con questa guerra al porno! in fondo diamo alla gente quello che vogliono

  • Il porno è più o meno come la musica SOLO nel senso che è presente da sempre, cambiano le tipologie e i supporti sui quali gira ma resta una tipologia sempreverde.

    E dal web adesso si passa al mobile.
    Il cellulare diventa strumento di fruizione del porno.
    Ne è l’evoluzione, la visione del porno è personale e come tale il cellulare sarà vincente