Sul sito web dell’Agenzia delle Entrate è possibile scoprire quanto guadagna (o meglio dichiara) ogni italiano, spulciando così nel reddito (dal 2006) del proprio amico o vicino di casa per finire poi ai VIP ed ai personaggi pubblici. C’è del lauto lavoro quindi anche per giornali come Novella 2000 e simili.
Mi chiedo però cosa pensi di tutto ciò il Garante della Privacy, se questa iniziativa pone qualche problema di riservatezza: a mio avviso così come siamo (o dovremmo essere) tutti uguali dinanzi alla legge lo stesso dovrebbe valere per il fisco, ovviamente sempre in funzione delle proprie condizioni economiche.
Intanto mentre scrivo il sito web non è più raggiungibile e pare sia tutto sospeso; è un’Italia di invidiosi o di guardoni dei conti altrui?
Grillo pensa che questa operazione favorirà i rapimenti ed i furti nelle ville, certo in fondo non ha tutti i torti però mi ha fatto venire in mente ciò che ha fatto qualche giorno fa Caludio Velardi, Assessore al Turismo e ai Beni Culturali della Campania.
Velardi ha reso disponibile a tutti sul suo blog il cedolino con l’indennità di assessore che percepisce ed il bonifico inoltrato alla Caritas. Certo un atto narcisista e presuntuoso ma forse per certi versi anche trasparente, andando ad esempio oltre la dichiarazione di quanto gli costa tenere aperto il suo blog, come ha fatto Bassolino. Sono casi isolati, Velardi è uno che crede di poter salvare il turismo utilizzando Google.
Comunque chissà se nell’enorme elenco del database pubblicato sul sito Web dall’Agenzia delle Entrate ci sono proprio tutti.
[UPDATE, 3 May]
– Roberto mi segnala un post di Luca nel quale viene citata l’intervista all’ex garante Stefano Rodotà. Il servizio dei redditi pubblicati sul sito dell’Agenzia delle Entrate è stato infatti sospeso.
– Alessandro Longo segnala che comunque i redditi si sono già diffusi sui circuiti peer to peer nei quali è possibile recuperarli. Ottimo, io me li ero persi.
– Pier Luigi Tolardo scrive sulle pagine di Zeus News che il prossimo Governo Berlusconi potrebbe censurare i dati dei redditi che girano sui circuiti peer to peer come eMule. Non so se sia una sua personale congettura o ci siano delle voci fondate, resta il fatto che sarebbe un pessimo inizio.
Via [Corriere]
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