L’avevo promesso: d’ora in poi tutta l’immondizia politica che si snoda attraverso i social network e che viene abbandonata il giorno dopo il risultato elettorale prenderà questo nome. Come segnala laDemocrazia la maggior parte dei candidati è scomparsa da Twitter mentre anche su Facebook non è andata diversamente tra pagine fan e profili.

Insomma la Rete viene ancora vista dai candidati come puro strumento di informazione e propoganda, un po’ come sta accadendo con la strategia di Berlusconi su Facebook.
La colpa di questo atteggiamento è sia delle agenzie di comunicazione che curano le campagne elettorali (d’altronde finiti i soldi del mese elettorale poco possono fare) che dei politici i quali troppo spesso demandano e non comprendono l’utilità di Internet come luogo di dialogo, discussione ed opportunità, certi di poter convincere facilmente chi abita la Rete. Possibile non sappiano che il cittadino digitale è tra i più critici ed esigenti?

Se vuoi segnalare un esempio di “trash politique 2.0” segno dell’incuria e dell’abbandono digitale da parte di un politico puoi inviarmi una email a: trashpolitique@dariosalvelli.com

3 Comments

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  • Buongiorno Dario e grazie per segnalare il nostro post di oggi.
    Hai, purtroppo, piena ragione: le reti sociali sono ancora viste come una banca da scassinare solo quando servono, ossia in campagna elettorale. Possiamo notare però qualche luce in fondo al tunnel, qualche candidato che la pensa in maniera differente, come Vendola, Pagliuca o Rossi.
    Vedremo l’evoluzione dello scenario, post come il tuo ed il mio vanno proprio in questa direzione: mettere nero su bianco la situazione, vergognosa, e cercare di far arrivare il messaggio ai diretti interessati.
    Buona giornata e grazie ancora!
    Lucio

    1. Ciao Lucio, figurati, se hai esempi anche positivi da segnalare usa la mail. Non vorrei scadere nella solita critica negativa ma parlare anche di chi usa bene questi strumenti.
      Un saluto