
Mentre Obama realizza il truth team, il team della verità, oggi il segretario del PDL Angelino Alfano presenta la Political Digital Academy che dovrebbe essere una “iniziativa permanente per la formazione, informazione e sensibilizzazione sulle opportunità offerte dalla Rete, rivolta ai deputati, ai sostenitori e più in generale a tutti coloro che si riconoscono nei valori del partito. L’iniziativa prevede sia una serie di incontri sia la distribuzione online di materiale utile ad approfondire gli scenari e gli aspetti tecnici della comunicazione politica online“.
Se la memoria mi aiuta ricordo una cosa del genere da parte di un gruppo di parlamentari espressione di più forze politiche riunite sotto “l’integruppo parlamentare 2.0“. Era il 2009: quante volte si sono visti e quanti incontri sono stati di formazione? Hanno imparato veramente qualcosa i politici che hanno poi legiferato con ridicole e restrittive misure tese a imbavagliare la Rete che hanno fatto ridere tutto il mondo?
Dopo anni di Governo, dopo aver sbandierato la creazione di posti di lavoro, ora che non sono più al timone di questo Paese cominciano a parlare di economia digitale e di una Silicon Valley italiana. Ma cos’hanno fatto per le startup? Nulla.
Evidentemente la campagna elettorale è già cominciata, diffidare sempre di chi fa proclami: abbiamo dovuto aspettare Monti per cominciare a leggere qualcosa sull’Agenda Digitale e avere uno schifo di SRL semplificata (che pure serve a poco): nonostante al Governo ci fosse l’imprenditore Berlusconi non ha fatto nulla per riformare il diritto societario (se non con norme quali l’assurda abolizione del falso in bilancio e altre porcherie) e lo sviluppo dell’Italia. Contatemi quanti posti di lavoro ha creato ed agevolato per aziende non sue; per questo parlare di Digital Academy ora fa un po’ sorridere e riempire il sito di Alfano con sue foto mentre gioca con l’iPad non serve a niente.
Il PDL intende rimodernarsi perchè aveva un leader antico che a malapena riusciva a scrivere gli SMS e ora ce ne è uno che forse è in grado di usare un tablet: davvero credete che questo cambiamento sia più decisivo ora della creazione di un programma politico serio, articolato e condiviso? Partecipare a una conversazione sui social media senza aver deciso prima e in maniera ponderata i contenuti non è completamente inutile se non deleterio?
In Italia, dove è più facile aprire un partito che una azienda, ci vorrebbe ben altro che una accademia che istruisca i politici sul digitale, su come comunicare al meglio se non hanno niente da dire.
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