Oggi è il Quit Facebook Day, il giorno della cancellazione di massa da Facebook. I motivi per lasciare Facebook abbondano mentre si assotigliano quelli per restare.
Nonostante i recenti ed insufficienti cambiamenti della privacy di Facebook molti stanno pensando di abbandonare l’account ed il profilo e cancellarsi definitivamente: in un sondaggio di Sophos il 60% degli utenti ha intenzione di abbandonare Facebook.
Die to hard. Ci sono dei nuovi rivali ma Facebook non morirà oggi. La mia impressione infatti è che su 500 milioni di utenti questo del Quit Facebook Day sia un movimento ancora irrisorio: siamo tutti delle social-molecole che amano incontrarsi e quindi per la legge del “se ci sei tu non posso andare via” da domani cambierà poco o nulla.
E’ questa massa, insieme agli interessi economici, che decide di mettersi in rete e darsi delle regole: le persone hanno un bisogno di condivisione ma al tempo stesso di totale controllo su ciò che fanno quindi ha poco senso chiudere il profilo di Facebook. Tra l’altro ci sono già dei modi per difendere la privacy.
Ed ha ragione Granieri quando dice che Facebook è oggi ciò che porta il problema all’attenzione della società. Fa più notizia Facebook che: i dati raccolti sulle search query e sugli IP raccolti da Google da quando il Web è diventato di massa, i log delle chat conservati da Yahoo con gli IP di Flickr, il monitoraggio di Microsoft su XBOX Live (che ha portato ad esempio il ban di molte console), le telefonate conservate dalle compagnie telefoniche, etc,etc.
Insomma non c’è solo Facebook. Fuggire da quest’ultimo e da tutte le web company è una delle scelte possibili ma l’abbandono completo del digitale sembra davvero anacronistico: quali vantaggi porterebbe?
La sfida per gli utenti e le persone invece è diversa: riuscire a comandare e gestire completamente i propri diritti digitali indipendentemente dallo strumento che utilizzano.
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