E dunque auguri di cosa? Non la capisco quest’aria di gioia di molti italiani, la finta frenesia dell’acquisto forzato dei regali come se questo popolo che corre nelle grandi catene fosse diventato come gli americani spinti dal consumismo e dalla malattia dello shopping compulsivo. E il mito dei ristoranti pieni, degli aperitivi chic con i dj set, bollicine d’illusione che allo scoccare dell’indomani sono già smaltite.

E’ ciò che ho scritto su Fanpage: spero per voi e per me che il 2012 sia un anno di lavoro. Per il resto come mi ricorda Luigi la penso come Gramsci:

Perciò odio il capodanno. Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno. Nessun giorno preventivato per il riposo. Le soste me le scelgo da me, quando mi sento ubriaco di vita intensa e voglio fare un tuffo nell’animalità per ritrarne nuovo vigore.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.