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Ma 'ndo vai se il blog all'estero non ce l'hai?

Vorrei sfatare con il vostro aiuto uno dei tanti miti che si sono diffusi in questi anni su Internet.

Devo dire che con il proliferarsi in Italia dei blog, sono aumentate anche le denunce e querele per diffamazione ai blogger che scrivono sul loro diario personale. Ben più grave è, specie se non ci sono altri tipi di illeciti, il sequestro preventivo del sito web, in questo caso del blog. E’ successo a Sergio Sarnari ed ultimamente è capitato in maniera decisamente più pesante al blog di Antonino Monteleone, il quale discute di politica e criminalità (trovate qui i post fino ad Agosto): qui Antonio spiega i motivi per i quali gli hanno sequestrato preventivamente il sito web.

Per stare tranquilli non basta avere il proprio blog su un server che si trovi all’estero. Cito da pagina 85 de “Il Minottino” di Daniele Minotti:

La Cassazione osserva che essendo la diffamazione un reato consistente nell’offesa alla reputazione, essa si consuma nel luogo e nel momento in cui i destinatari della comunicazione (diversi dall’offeso) percepiscono le espressioni offensive.

Se l’evento si è verificato (anche) in Italia (nel senso che l’offesa è stata recepita – anche – in Italia), allora il giudice italiano può giudicare. Ecco perché, allora, in tanti casi il “trucco” del “server all’estero” non ha molto senso.

Inoltre per quanto riguarda la possibilità di sequestro dei blog, sempre da “Il Minottino”:

“Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili”.

Quello appena riportato è il testo dell’art. 21, comma 3, della nostra Costituzione repubblicana. E, sul punto, un giudice milanese ha già fatto chiarezza (Tribunale di Milano, 2002) affermando, appunto, che la stampa, anche quella telematica, non è sequestrabile.

Giusto o non giusto, piaccia o meno (e malgrado quanto detto sin qui) il Web non è, di per sé, stampa. Ne consegue che le regole di quest’ultima non possono trovare applicazione, nel bene e nel male. Se parliamo di sequestri, dunque, il Web che non sia
stampa (testata registrata) può essere sottoposto a sequestro.

Mi chiedo allora come mai ad esempio il blog di Travaglio, Gomez e Corrias non sia stato mai attaccato da nessuno: anche sul Web vale la legge del “i pesci grandi colpiscono quelli piccoli”?

[UPDATE, Sunday 15]

– Sul blog di Beppe Grillo c’è un intervista video con Antonino Monteleone.


Commenti

3 risposte a “Ma 'ndo vai se il blog all'estero non ce l'hai?”

  1. […] Dario Salvelli, citando il Minottino, riassume perfettamente il mio pensiero. Con un po’ di veggenza, peraltro, perché quelle cose (più o meno) le avevo scritte in una bozza di post mai pubblicato perché andavo troppo controcorrente (specie sulla conformità giuridica – in via astratta – del sequestro). Ma ci ho ripensato. Bene, abbiamo notizia di sequestri e di querele. Rinvio sempre a Dario, anche se sono due casi in questi giorni notissimi. Non si tratta, ad esempio, di violazioni del diritto d’autore o di pedoporno. No… espressione di cronaca e critica. Dunque, la faccenda si fa ben diversa. Il sequestro preventivo ha uno scopo: quello di impedire ulteriori conseguenze del reato (nel nostro caso, una presunta diffamazione) o la commissione di altri. Se un sito non è stampa, non ha la copertura costituzionale del divieto di sequestro. Dunque, teoricamente, ci sta. E’ giusto dirlo e ribadirlo. Ai sensi di legge, senza divagare in modo demagogico. Rimangono due problemi: – ma non si poteva limitare il sequestro al singolo post incriminato? Sì, a volte è successo, ma si potrebbe obiettare che il mantenimento di un blog consentirebbe al blogger di rincarare la dose (i.e. commettere nuovi reati); – ma perché, come nell’esempio di Dario, Travaglio “la passa liscia”? (nel senso che, al limite, lo querelano, ma non gli sequestrano il blog). Il fatto che Travaglio sia un giornalista non trasforma, automaticamente, i suoi scritti in stampa. D’altro canto, Antonio Monteleone ha dimostrato di ”averci azzeccato” già una volta, dunque di essere attendibile. Eppure ha il blog sequestrato. Lui sì, il giornalista no. Lieto per Travaglio, per la libertà di espressione, ma la disparità è macroscopica. Se sequestrano uno scritto telematico di Travaglio, scoppia un casino. In questo senso è un privilegiato (anche se sono convinto che sia il primo a provarne imbarazzo), mentre gli altri sono il “resto del mondo” coi quali utilizzare armi di distruzione di massa, senza tanti complimenti, soprattutto senza tante verifiche e cautele. Questo è il mio pensiero. Grazie, Dario, per averlo capito perfettamente. […]

  2. Il giudice italiano può giudicare, anche se il blog é all’estero, ma non può sequestrare! :-P

  3. ciao dario, ti segnalo anche

    che sta passando un brutto guaio per aver citato notizie da un articolo esterno …

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