Dopo Amina è il turno di Alice: ha 15 anni, una sorella, vive a Ulverston nel Regno Unito ed è malata di cancro terminale. Ha aperto il blog Alice’s Bucket List nel quale documenterà i suoi ultimi desideri, le cose che vuole fare finchè sarà in vita. Non scrive perchè vuole soldi ma come tutte le adolescenti degli anni ’90 Alice vorrebbe incontrare i Take That.
Di storie così ce ne sono state tante, l’ultima che mi viene in mente riguarda Derek K. Miller un blogger del Canada morto di cancro a 41 anni che salutò i suoi cari e raccontò brevemente la sua vita nell’ultimo post del suo blog. Se c’è una cosa che ho imparato dalla Rete è quella che tutto è possibile perchè abitata da persone e quindi emozionale. Alcuni atteggiamenti arrivano dal grembo, dalla pancia, come se Alice fosse davanti a noi e spazzi via qualsiasi diffidenza. Non dico che questo sia negativo o positivo, se in tanti non avessero condiviso il suo blog probabilmente Alice sarebbe rimasta l’idea di un burlone che si crede un genio del marketing.
D’altronde se provi a cercare il blog di Alice, http://alicepyne.blogspot.com, scopri che non è (ancora?) presente su Google News ma che si è diffuso attraverso Twitter, blog e sui…forum. Sorprendente, no?
Il Social Web amplifica e attenua a suo insindacabile giudizio: il problema sorge quando, in un caso o nell’altro, la massa sceglie il segnale sbagliato da inviare alla cassa dei media tradizionali che spesso non vedono l’ora di mettersi in cortocircuito con Internet.
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