L’agenda setting dei media gira attorno ai nuovi prodotti Apple, alla crisi finanziaria con i tesoretti delle banche dispersi in titoli garbage, alle proposte razziste della Lega Nord ed a quelle salva interessi, alla fuga dei cervelli e degli stipendi, all’occhio sul dibattito finale delle elezioni americane tra Obama e McCain di stanotte (ore 3 am vicino New York), alla partita di calcio della nazionale contro il Montenegro.
Per questo, alcuni uomini devono sentirsi al tempo stesso fortunati e soli, sentimenti contrastanti così forti da scatanare cambiamenti d’umore, personalità, visioni esclusivamente drammatiche di questo Paese.
Sono soli i camorristi circondati da quei pochi fedeli che ancora si ritrovano, fortificati dal silenzio e dalla (a volte anche inconscia) complicità della gente, è solo e disunito lo Stato nella sua lotta tra corruzione ed interessi della politica, è solo Roberto Saviano costretto a lasciare l’Italia per un periodo molto lungo, forse per sempre.
I Casalesi non sono solo gli unici cattivi dell’Italia, non hanno solo loro fatto del male a questo Paese, alla sua storia e millenaria cultura: ci sono i politici mangia potere e mazzette, c’è tutta un’altra mafia e camorra (anche estera) della quale si parla pochissimo (forse ci si aspetta un altro Gomorra?), c’è la borghesia dei favoritismi e dell’ambizione smodatamente sfacciata, c’è la corruzione dei dirigenti pubblici e delle aziende, c’è un ricatto sociale che come un virus ammala di tutto e tutti.
Casal di Principe non è l’unica Waterloo della democrazia e della legalità, nell’entroterra meridionale ci sono tante altre realtà, città, che soffrono dinamiche delinquenziali che non hanno solo l’alibi della mancanza d’opportunità, cultura e civiltà, doti che nonostante tutto hanno quelli che dal Nord fanno affari con i loschi soci del Sud.
E ciò che manca, il lavoro onesto, i valori di una volta ed il senso civico, vengono inesorabilmente sostituiti da un male peggiore, un connubio tra indifferenza ed abitudine. Si è quasi assuefatti da non vedere oltre.
I ragazzi del film Gomorra di Matteo Garrone, che vivono e lavorano a Napoli, rimangono indifferenti nei confronti della camorra come hanno raccontato l’altra sera dalla Bignardi. Hanno una famiglia, lavorano duro, non hanno tempo per altri problemi. Sono così i giovani dell’Italia?
Quasi non fosse un problema della società, di tutti, ma di quei pochi coraggiosi o stupidi che usano la parola, come Saviano, o lottano con gli strumenti che hanno, polizia, magistratura. Ti ritrovi a fare un bilancio, magari durante uno di quei fantastici tramonti di questa terra calda, e scopri che dietro alle tue spalle non c’è nessuno che la pensa come te, neanche quei tuoi carissimi amici con i quali condividi sempre battaglie, idee, visioni della vita. E ti senti triste, malinconico, perchè non comprendi, ti sfugge il senso delle cose, quello stesso della tua esistenza. E la via più facile o forse quella della salvezza ti sembra sia il viaggio, togliersi dalle scatole ed andare lontano, come se una posizione geografica determini per te, fino in fondo, ciò che è giusto e quello che è sbagliato.
E come se non bastasse, quando cala definitivamente il sole, puoi sentirti anche un coglione impotente. Frasi e obiettivi da dimenticare e sospendere, tra appunti e messaggi sul cellulare. Pensi che forse, invece che Saviano, avresti potuto scriverlo tu Gomorra e che chiunque di noi l’avrebbe potuto fare, scrittore, giornalista, cittadino.
Ed allora realizzi che insieme a Saviano, a Gomorra, alle parole non seguite dai fatti, fugge via anche la democrazia, il nostro diritto a cambiare, a pretendere di vivere in un mondo che per una volta ti sorprenda e non sia banale o semplicemente migliore di ciò che ti aspetti.
Non si scappa nè si fugge mai da sè stessi e da quegli affetti che ora non amo più. Eppure era un Bel Paese, c’eravamo tanto amati. Vaffanculo a me, a voi, all’Italia. Ed alla democrazia.
[UPDATE]
– Chè poi dimenticavo di far notare come certa informazione, anche quella online, sia quanto meno ridicola e contribuisca a questo stato di cose. Come quella di Caserta24ore:
La missione dovrebbe essere portata a termine entro Natale e si ipotizzava l’utilizzo di esplosivo da far brillare sull’autostrada Napoli – Roma. Al riguardo, secondo alcune fonti, i clan avrebbero già preparato il materiale occorrente quali detonatore ed esplosivo.
La zona più indicata dove far brillare il Saviano sarebbe quella del casello autostradale di Capua e Vairano Cainello. Invitiamo tutti i nostri lettori ad evitare di prendere l’autostrada fino a Natale!!!!
– A proposito dell’addio all’Italia di Saviano anche il Guardian scrive un lungo articolo. L’Espresso realizza una pagina per mandare messaggi di solidarietà.
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