L’Economist dice (d’altronde ce ne eravamo accorti) che per le Internet company la pacchia è finita, devono ottenere revenue e quindi soldi dal Web al più presto possibile:
“IN RECENT years, consumers have become used to feasting on online freebies of all sorts: news, share quotes, music, e-mail and even speedy internet access. These days, however, dotcoms are not making news with yet more free offerings, but with lay-offs—and with announcements that they are to start charging for their services.”
E quindi molto probabilmente l’idea che offrire un servizio in maniera gratuita basti per monetizzare con l’advertising ed i capitali non è più sufficiente anzi alla fine rischierebbe di essere controproducente nella concorrenza tra le aziende.
E’ possibile che dopo la bolla del 2001 molti si siano fatti prendere dallo stesso entusiasmo? Probabilmente questa bolla è diversa dalla prima e le cause, che gli analisti troveranno, sono da imputarsi in gran parte alla crisi economica che ha colpito qualsiasi settore.
Da queste parti tra parodie ed ipotesi di guadagno ci siamo andati sempre molto cauti.
Dobbiamo aspettare il prossimo salto del Web, quello 3.0, per riprenderci e capire come funziona il business qui su Internet?
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