Nel mentre che fremo di conoscere i risultati del questionario sui blog e la blogosfera, Diario Aperto – del quale parlai qui e qui – Enrico sul suo blog mostra grafici e presentazioni lasciando trapelare qualche piccolo scenario.
Sempre in tema di sondaggi invece mi sembra ben più importante quello segnalato oggi sul sito di Repubblica: l’Università La Sapienza di Roma e la Facoltà di Scienze della Comunicazione lancia questo sondaggio online riguardo il sistema universitario, la riforma del “3+2” ed una proposta che sia possibilmente migliore dell’attuale.
Duscutevo infatti con Biagio tempo fa via IM e criticavo fortemente la nuova riforma universitario, un ibrido che ha poco senso: nel campo dell’ITC ad esempio i laureati con la triennale vengono considerati dalle aziende come poco più che dei periti, si preferisce assumere sempre chi ha svolto la laurea magistrale o i laureati del vecchio ordinamento.
Questo perchè la riforma ha ridotto le competenze nella speranza di diminuire i tempi: a tal proposito mi sembra utile segnalare questo post riguardo gli stipendi dei laureati italiani.
Link: Sondaggio riguardo il “3+2”, Stipendi under 30 e la domanda: conviene laurearsi?
Via [Paolo‘s IM message]
Ciao Dario,
il 3+2 è un fallimento colossale.
In Grecia protestano continuamente su questo sistema e anche altri paesi che lo hanno adottato non sono da meno.
E’ una scelta principalmente politica per produrre risultati positivi. Tu governante, vuoi far vedere che sei riuscito a far crescere il numero di laureati? Beh.. passi dalla quadriennale a 3. Poco importa se oramai gran parte dei triennali proseguono e alla fine dai 4 anni del vecchio ordinamento si è passati a 5 effettivi.
Considera poi che ci sono specialisti che dopo fanno pure un Master per entrare (spesso con fatica) nel mondo del lavoro. Per un totale di 6 anni.
Mah
@Daniele: D’accordo con te ma un cambiamento credo ci vorrà in futuro: tanto le Università (ed i professori) hanno abbastanza potere da riuscire a stravolgere anche le riforme.
Lo scenario spero migliori, davvero.
E’ verissimo Dario: è stato confezionato un pasticciaccio all’italiana reso ancora più becero perchè infarcito di tanta ipocrita politica e sperimentato sulla pellaccia dei poveri studenti ignari del cambiamento. Nella maggior parte dei casi (parlo, chiaramente, della realtà in cui ho studiato) s’è trattato d un semplice taglio ai programmi d’esame che ha portato tanta impreparazione e pressapochismo. L’asticella più bassa avrebbe dovuto facilitare le cose ma, di fatto, ha creato (e stà creando) una serie di simil-professionisti pronti per la disoccupazione. Ma forse l’intento di chi ha pensato la riforma era quello di svuotare le università e non di riempire le industrie…