Video servizio realizzato dall’Ansa
Ieri c’è stato un incontro di alcuni blogger italiani con l’Ansa: Johnnie Maneiro ne parla in questo post.
Ho seguito per un po di tempo il live trasmesso in diretta da Tommaso: nell’incontro con il direttore dell’Ansa, Giampiero Gramaglia, ho notato un po di timidezza e riverenza da parte di molti blogger presenti. Sarà stata una mia impressione.
Mi ha colpito una frase di Gramaglia: “la differenza tra chi fa citizen journalism e chi ha un blog, è che i blogger sono dei professionisti dell’informazione“.
L’audio non era perfetto quindi magari mi sono perso delle considerazioni aggiuntive: ma da quando i blogger sono considerati dei professionisti? Qualcuno sta cercando di farlo di mestiere, è vero, ma non è facile: oltre che da un punto di vista conoscitivo anche in tal senso spingevano le domande iniziali del direttore ai presenti circa il loro ruolo sul Web e se ci lavorano sopra.
C’è chi ha tracciato le skills del giornalista online del futuro che deve saper barcamenarsi con gli strumenti del Web: c’è chi poi ha iniziato a parlare di Giornalismo dell’innovazione cercando di comprendere cosa sia innovativo e cosa meno.
Il nanopublishing è giornalismo d’innovazione? Lo sono esperimenti come Nòva100? Possono le discussioni e le interazioni che si sviluppano tra i blog essere un esempio di giornalismo innovato?
Da sempre ci si chiede se la blogosfera sia collaborativa con le singole blogstar viste spesso al centro e connesse tra di loro, quasi in una sorta di piccola massonerìa. Perchè dare dei ruoli ai blog ed a chi a chi vi scrive ergendoli ad evangelisti, divulgatori o quant’altro?
Secondo Stefano Hesse i blog italiani hanno fallito rispetto al panorama europeo, sono troppo provinciali: frase certamente degna del miglior esterofilismo se forse non si analizzano bene i punti citati nel post.
Invito tutti voi a farlo affinchè anche questa ennesima discussione come dice Daniele nei commenti non finisca nel dimenticatoio.
Come e dove si sviluppa la “grande” conversazione? In post come quello di Domiziana Giordano o come afferma Luca dalla contrapposizione culturale e dal confronto?
Molti continuano a criticare uno strumento come Twitter quando invece sta creando una piccola grande conversazione: quella che prima partiva dalla lettura dei feed e si articolava in commenti ai post e riflessioni su diversi blog ora si snoda in mini-post. Che il futuro sia nel potere della sintesi? Come per gli Sms.
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