Succede in Belgio ed è pure legale e tecnicamente possibile. L’idea del fisco che ti spia su Facebook ed in Rete non è neanche tanto male da un punto di vista dei controlli ma può risultare inutilmente pericolosa ed invasiva. Se in Italia i ristoratori guadagnano quanto i pensionati deve esserci qualcosa che non va nella dichiarazione dei redditi.

Se un ipotetico signor Vroonen, contribuente fiammingo da 20 mila euro l’anno, pubblica su Facebook le foto della fantastica vacanza passata ai Caraibi con la moglie e i due figli biondissimi vuol dire che ha vinto al Lotto oppure che non l’ha raccontata giusta all’Erario. Quale scegliere? La seconda ipotesi pare la più frequente, almeno stando al ministero delle finanze belga, che ha preso la questione sul serio e ha incaricato alcuni giovani funzionari di effettuare verifiche incrociate sui network sociali del web.
L’ufficio dell’ispettorato speciale delle imposte ha ammesso che gli sceriffi delle gabelle hanno cominciato a cercare su Internet informazioni aggiuntive sui loro clienti. Il setaccio passa su Facebook come su Netlog, i due siti dove gli umani si ragguagliano a proposito delle proprie vite, ma sopratutto su Ebay, la frequentatissima centrale delle aste online, dove si compra e vende di tutto.

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