Lo short-movie Privacy di Andrea Vascellari

We can segment it all the way down to one person

A proposito della boutade riguardo i 100 milioni di profili di Facebook diffusi via torrent (già liberamente “catturabili” attraverso le API pubbliche) è interessante valutare il business che produce questo continuo monitorare e spiare i consumatori su Internet. Non si tracciano più gli utenti solo per offrire una pubblicità contestuale e personalizzata ma queste decine di pezzi di codice installati sui siti web (anche su Wikipedia) conservano l’accesso dal quale ti colleghi, cosa compri, se sei ammalato, quale commento hai pubblicato e su che sito, quali sono i tuoi film preferiti.

In questo modo viene creato un profilo ben preciso senza l’utilizzo del tiranno Facebook che consiste in una stringa codificata del tipo 4c812db292272995e5416a323e79bd37 , una sorta di codice Internet (qualsiasi citazione è puramente casuale) dove ognuno di noi diventa un numeretto identificato se non dalle coordinate anagrafiche da dati comunque sensibili e personali. Ed è ben più pericoloso che sui circuiti peer to peer finiscano queste stringhe che qualche informazione che hai deciso di rendere pubblica su Facebook.
Il consiglio come al solito è di testare il tuo browser per capire se puoi navigare anonimamente ed in sicurezza.

[UPDATE]

– Lo stesso WSJ ha pubblicato una What they know, una inchiesta su cookie, beacon presenti nei siti web.

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