Video di Youth for Human Rights
La proposta del commissario europeo Charlie McCreevy è questa: estendere i diritti d’autore dei musicisti dagli attuali 50 anni a 95 anni dopo la morte dell’artista. In pratica si vuole allargare la durata del copyright in modo da pagare le royalty dei brani anche ai figli dell’artista (ed alle major): in realtà si vuole dover pagare la pensione dei “performers” (quelli degli anni ’50 per capirci, poichè tra 10 anni scaderebbero i diritti) ma il mio dubbio è che questi soldi non finiscano solo agli artisti ma anche alle case discografiche.
Sono convinto che i soldi dei diritti debbano andare integralmente e direttamente agli esecutori e compositori dei brani e ai tecnici di sala di registrazione e personale che hanno contribuito alle incisioni ma non è possibile pensare di poter vivere di rendita: metti che faccio tre brani ed altrettante esibizioni live alla mia età, a 25 anni. Secondo McCreevy dovrei poter vivere tutta la vita con quelle tre esibizioni? Anzi probabilmente anche i miei nipoti e figli potrebbero campare con qualche canzone scritta ora nel 2008?
Non so a volte non mi è chiaro la distinzione tra diritto morale e diritto d’autore (il video sopra ne è un ottimo esempio) dunque mi farebbe piacere sapere Daniele cosa ne pensa: ho visto tra l’altro che ne parla anche Punto Informatico.
L’unica buona notizia che ho letto sull’IHT, è che forse verrà finalmente valutato anche l’equo compenso, una tassa che non ha quasi più senso d’esistere per come è strutturata. Ne diminuiranno l’incidenza o verrà abolito?
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