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Scaricare (non) è reato: ci casca anche Studio Aperto

Devo dire che ci sono cascati un bel pò di media, dai giornali ai Tg, come Studio Aperto (nell’edizione del 21 gennaio): sto parlando di una sentenza della Cassazione riguardo il caso di due ragazzi, ora prosciolti dalla sentenza, che furono condannati per violazione del diritto di copyright perchè scaricavano da Internet file. C’è stato una penosa assenza di professionalità, avrei voluto scriverne prima che lo facessero altri: i fatti risalgono al 1999, quando ancora non era in vigore la famosa Legge Urbani, quindi la sentenza annulla di fatto la normativa dell’epoca, ben diversa da quella attuale.
Sia chiaro, scaricare file protetti da diritto d’autore attualmente è illegale: si può infatti sanzionare il download dal punto di vista amministrativo (una pena pecunaria in base al volume di dati) mentre penalmente è perseguibile la condivisione dei files, per intenderci il noto peer to peer. Forse molti si sono dimenticati la prima condanna in Italia per P2P, le sparate sui diritti d’autore per i discorsi del Papa, la querelle sulle Tv cinesi: signori siamo in Italia, la confusione sul diritto digitale deriva forse anche dall’ambiguità di una Legge, che non è mai definitivamente piaciuta anche alle organizzazioni come la SIAE.
Insomma non c’è alcuna novità: usate eMule per il download ? Siete illegali. Condividete file utilizzando una rete eDonkey o un hub come con Dc ++ ? Siete illegali.
Comprate un CD a 25 euro ? Siete a posto.

[UPDATE] Massimo segnala il sondaggio del Corriere riguardo il P2P ed alcuni approfondimenti.


Commenti

5 risposte a “Scaricare (non) è reato: ci casca anche Studio Aperto”

  1. Ottimo intervento e doveroso chiarimento.

    Unica pecca sul finale:
    Se comprate un CD a 25 euro ? Tanto apposto non siete..

  2. @Marco: Grazie,la chiusura era ovviamente ironica,pensavo si fosse capito. ;)

  3. […] Ricordate la polemica sull’indagine dei bloggers, “Diario Aperto” ? Leggo sul blog che il questionario è online, disponibile a questo indirizzo. Ho compilato anche io il questionario ed ho notato la presenza di alcuni blog, la maggior parte di mia conoscenza, molti dei quali sono di bloggers abbastanza famosi che trattano per lo più temi “geek”: non mi è piaciuta la scelta secca che bisogna fare verso la fine del questionario, così come il paragone tra MySpace ed i blog, l’indagine sugli acquisti online (che “c’azzecca” ? Ah già le recensioni dei prodotti sui blogs), la scala di valori del “via” (i bloggers sono autorevoli, si incazzano se non vengono citati, se non ricevono commenti), la gara Media vs Blog, la domanda sul download di musica e video che riprende la sentenza di Cassazione (che confusione ragazzi), il controllo dei contenuti per finire con la chicca finale; lo schieramento politico e la fiducia nelle istituzioni. Sono un pò troppo severo ? Tags: blog, blogging, blogosfera italiana, diario aperto, indagine bloggers, Pamphlet, swg Voice over NetTechnorati:   blog, blogging, blogosfera italiana, diario aperto, indagine bloggers, Pamphlet, swg, Voice over NetShare and Enjoy on – Condividi su:These icons link to social bookmarking sites where readers can share and discover new web pages. […]

  4. […] Pippo say: Guarda che io conosco queste cose solo che utilizzo Alice ed ho paura: non voglio mica uscire su Studio Aperto ! […]

  5. […] soliti equivoci sul peer to peer Read Comments  View blog reactions Tags – Parole Chiave:diritto dautore, p2p peer to peerChe noia! Ormai quasi ciclicamente sui mediaescono notizie riguardo il p2p, il peer to peer, che prendendo spunto dalle più disparate sentenze (come questa di ieri) urlano alla legalità. […]

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