L’accordo tra Google e Verizon mette in pericolo la neutralità della rete principio secondo il quale tutti i pacchetti dei dati che viaggiono in Rete sono trattati allo stesso modo senza subire accelerazioni o rallentamenti in base al contenuto o al protocollo che viene utilizzato.
Non è possibile vedere di buon occhio un simile deal e Stefano spiega anche perchè Google sta diventando il diavolo del Web: è pericoloso giocare con le parole e parlare di “open Internet” quando si delineano principi per i quali un operatore di rete via cavo (che già offre la connessione) potrebbe fornire anche dei servizi aggiunti che potrebbero usare contenuti disponibili già su internet e ricevere una corsia preferenziale per quanto riguarda il traffico degli utenti.
E’ l’Internet delle due velocità: una lenta per i poveri che a stento riusciranno a pagarsi la connessione, l’altra per i ricchi che pagheranno connessione e soprattutto l’acquisto della qualità dei servizi. Eric Schmidt la butta furbamente sul dare potere ai consumatori la cui libertà di scelta sarebbe comunque condizionata dai principi che hanno scelto Google e Verizon.
Insomma come dice Lawrence Lessig nello speciale del New York Times “Who Gets Priority on the Web?” dedicato a questo tema: “The architecture, and the competitive forces it assures, is the only interesting thing at stake in this battle over “network neutrality“. Bisognerà prima o poi venire a capo del problema che Internet è una rete comunque finita: nodi, dorsali, server, datacenter, tutta l’infrastruttura della Rete è dimensionata e ha un costo.
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