Ringrazio Marco perchè attraverso questo suo post mi ha suggerito la domanda: ma la blogosfera (italiana e non) è realmente collaborativa ? Tra poco più di una settimana ci sarà il RomeCamp, la conference che raccoglie ormai idee interessanti che spesso però non trovano il giusto seguito: perchè non riusciamo a integrare e completare gli studi, i pensieri, i progetti di tutti, per migliorare il contesto in cui viviamo ? Non sarebbe più utile ed intelligente soffermarsi più che sulle hit parade sui contenuti e sulla qualità ? I talenti che ci sono vanno incoraggiati a spingersi oltre l’orizzone della fantasia e proporre iniziative tese non solo a corteggiare un nuovo modello di business ma anche solo in una dimensione piccola ad innovare: a Shangai (forse perchè possono permetterselo) se sbagliano un progetto invece che ardimentarsi nel sistemarlo lo buttano via e lo costruiscono da capo. La distinzione di Marco tra “mondo lento” e “mondo veloce” può rappresentare per certi versi la dicotomia tra il mondo reale e quello virtuale; è questo però a mio avviso l’errore da evitare, separare e distinguere completamente due aspetti della vita quotidiana che sempre più spesso invece si fondono. Quando i Feed Rss raggiungeranno il media televisivo forse sarà più chiaro anche al “nazional popolare” cosa vuol dire comunicare nella nuova era (digitale) senza dover necessariamente aprire un blog per comprenderlo o usare termini come “giornalismo integrato”, “citizen journalism”, “giornalismo collaborativo”. La blofosera non è (solo) un club di geek, aspiranti ed ambiziosi freelance e professionisti che si leggono, linkano, collegano tra blogroll, trackback e via discorrendo, ma dovrebbe rappresentare (ed in fin dei conti lo fa già) lo specchio del Paese, nel bene e nel male.
Nonostante tutti i network ed i “2.0” forse intellettualmente non siamo ancora abbastanza “social” da sostenere in maniera concreta questo modo di ragionare. Non solo reportage ma probabilmente anche progetti di questo genere andrebbero supportati in qualche modo proprio da quella blogosfera che di questo passo non potremmo definire poi così tanto “influente”.
La Blogosfera è collaborativa ?
Commenti
11 risposte a “La Blogosfera è collaborativa ?”
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il blogger è per sua natura un “cane sciolto”, quindi non mi meraviglia che stentino a decollare iniziative comunitarie.
Del resto mi pare pretendere un po’ troppo: il fenomeno blog in italia è “esploso” da appena un anno. Diamo tempo al tempo… :)
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@aghost: Si,ma i blogger spesso leggono altri blogger,commentano e discutono,si linkano: spero come tu credi sia solo questione di tempi non maturi. Una sterzata comunque bisogna darla,come del resto in tutti i settori di questo Paese.
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certo, si creerà e ci sarà comunque, come in tutte le iniziative del consorzio umano, una piccola minoranza che tira tutti gli altri :)
Già i barcamp sono il segno che questa minoranza si sta, in qualche modo, organizzando…
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@aghost: Infatti è soprattutto a mio avviso dai BarCamp che si possono facilitare queste interazioni e che la “minoranza” può tirare tutti gli altri.
Non mi piace però parlare di strette nicchie di persone,di club,proprio per questo ho scritto il post: già ci sono infatti anche nella blogosfera italiana collaborazioni,interazioni sui generis,però si chiudono in occasioni markettare,incontri geek,progetti business,campagne pro PR e business,eccecc. -
secondo me è questione di tempo, ora si muovono le “avanguardie”, ed è chiaro che tra queste ci siano anche i professionisti o gli utenti evoluti che magari pensano a tirar su qualche lira :)
Insomma sono “fenomeni sociali” già visti coi forum, i newsgroup eccetera. Anche per i blog ci sarà uno sviluppo simile. Le nicchie e i gruppi piu o mneo chiusi comunque ci saranno sempre
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@aghost: Si ma la domanda del post esula in ogni modo dal tempo e si riferisce alla caratteristica predominante del blog, ovvero l’esaltazione del singolo: forum e newsgroup invece,un po come i siti social,mettono al centro la community. Mi farebbe piacere che tu e qualche lettore riprenderebbe questa stessa domanda e proporrebbe ai lettori queste problematiche.
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A me pare un falso problema. Il vero problema è la scarsa conoscenza a livello di massa. Io ho il blog da un anno, aperto per curiosità, e comincio a capirci qualcosa solo adesso, e si’ che uso internet praticamente dagli inizi in italia :)
Ma uno che si affaccia la prima volta sui blog capisce poco. Ci vuole tempo. I problemi sono sempre i soliti, arretratezza informatica, digital divide, linee lente, costi alti, tutto questo produce un movimento al rallentatore. Di riflesso anche i blog partono piano e si sviluppano piano.
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@aghost: Senza la presunzione di fare alfabetizzazione ma è anche questo quello a cui mi riferivo,ovvero la possibilità creando sforzi comuni di arrivare a tutto il pubblico, non per niente ho parlato di “nazional popolare”. E’ vero ci sono tutti quei problemi (ben più gravi) che hai indicato, ma forse quei “club” possono fare pur nel loro piccolo qualcosa.
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per completare meglio la mia idea-proposta, dico che molti anni fa, circa 12, ho realizzato e sperimentato una fanzine dedicata ai viaggi, “Andata&Ritorno”. E’ rimasta ancora traccia sul web, all’indirizzo
http://xoomer.alice.it/mambojambo/ar/index.htmE’ stata un’esperienza molto bella, partita col puro volontariato di gente che non si era mai vista né incontrata di persona. Tutto era nato dal comune interesse per i viaggi, e dal fatto che si frequentavano le BBS (FIDONET), cioè prima ancora che internet arrivasse in italia.
Ciascuno scriveva il suo articolo e io mettevo insieme la rivista. I redattori erano, tranne alcuni più o meno fissi, sempre diversi.
Il primo numero uscì nel 1995 come inserto della storica rivista “Telematicus”, allora diretta da Renato Rolando, e proseguì per 3 anni fino a che si non si esaurì, per morte naturale :) (ovvero il sottoscritto che reggeva le fila trovò altri interessi e necessità)
Intendo dire che la rete ha una forza enorme, e la passione di tanti può fare miracoli. Oggi la tecnologia ci permette cose impensabili fino a pochi anni fa.
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[…] Da sempre ci si chiede se la blogosfera sia collaborativa con le singole blogstar viste spesso al centro e connesse tra di loro, quasi in una sorta di piccola massonerìa. Perchè dare dei ruoli ai blog ed a chi a chi vi scrive ergendoli ad evangelisti, divulgatori o quant’altro? Secondo Stefano Hesse i blog italiani hanno fallito rispetto al panorama europeo, sono troppo provinciali: frase certamente degna del miglior esterofilismo se forse non si analizzano bene i punti citati nel post. Invito tutti voi a farlo affinchè anche questa ennesima discussione come dice Daniele nei commenti non finisca nel dimenticatoio. […]
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[…] In fin dei conti la domanda che mi pongo è sempre quella nel titolo del post: ma la blogosfera (aggiungerei italiana) è collaborativa? Il progetto 10 domande è un esempio lampante di come i blog non siano riusciti finora a sfruttare un occasione del genere per raggiungere un audience più largo ed essere determinanti anche fuori dalla Rete. L’insieme dei blog riuniti sotto Blogbabel (per altro non in maniera automatica ma avendo sottoposto il proprio blog al servizio) costruisce una torta di contenuti che sono già a disposizione dei lettori: è possibile che un manipolo di complottisti o arroganti curi un interesse individuale così forte da mettere a repentaglio quello collettivo? Il progetto 10 domande è un esempio lampante di come i blog non siano riusciti finora a sfruttare un occasione del genere per raggiungere un audience più largo. […]
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