Mentre l’altro giorno parlavo ancora di Italia.it oggi il Ministero per i beni e le attività cultura all’interno del piano e-government ha presentato il nuovo portale della Cultura Italiana, un aggregatore di dati nazionale: www.culturaitalia.it.
A quanto pare il portale già esisteva dal 2008 (qualcuno lo conosceva o lo ha mai visitato? da Ottobre a Dicembre scorso ci sono stati 120 mila accessi, circa 50 mila al mese) ma è stato rinnovato nella sua veste grafica e nel nuovo sistema di ricerca (che ora è open source), sono stati aggiunti nuovi contenuti (non solo banche dati ma anche articoli redazionali) come quelli provenienti dal portale delle Biblioteche Italiane e nel corso del 2012 verranno sviluppate nuove funzioni come il progetto MuseiD-Italia (che è costato 1,6 milioni di euro) dedicato ai capolavori artistici dei musei e l’aggiunta degli Linked Open Data (evviva!). E’ sicuramente positivo che questo portale sia connesso con la grande biblioteca digitale europea Europeana alla quale ha fornito 1,5 milioni di dati.
Dal 2005 il Ministero ha speso 9 milioni di euro tra il portale (1,6 milioni per Cultura Italia) e una nuova rete infrastrutturale interna (gli altri Paesi spendono di più, la Svezia 90 milioni di euro dal 2012, bisogna capire se sbagliano e sono fessi gli altri a spendere così tanto o siamo noi che investiamo poco) usando sempre lo stesso CMS ma personalizzandolo in funzione di 150 progetti monitorati (su di un totale di 800 siti web): in questo modo hanno abbattuto i costi in questo modo e realizzato più iniziative ma bisognerà vedere che risultati porteranno questi progetti soprattutto perchè pare che abbiano cominciato a coinvolgere dal basso le realtà locali, le pmi, le Università.
Ho raccolto delle slide dalla conferenza stampa e le ho messe a disposizione per il download. Il primo problema del portale a prima vista sembra sia quello legato all’accessibilità, non so se il sito web rispetti veramente la legge 4/04. Non ho tempo per approfondire le attività del Mibac di questo progetto, d’altronde questo piano d’azione è cominciato nel lontano 2005 dunque mi baso su ciò che ho visto oggi.
Mi è piaciuta una dichiarazione dell’architetto Antonia Pasqua Recchia che ha definito questo portale non come un “Google della Cultura” ma qualcosa in più perchè il motore interroga i dati conoscendo già cosa c’è, ottenendo diverse risposte su contenuti che sono affini dunque correlati e di qualità. Poteva però risparmiarsi la ricetta finale del “consultate il portale almeno 10 volte al giorno“.
La mia speranza è che questo progetto non resti solo istituzionale ma sia al servizio dei cittadini e della cultura che ha già subito tanti tagli e che è continuamente bistrattata in questo Paese nonostante sia uno dei settori della nostra economia sui quali dovremmo puntare.
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