Ogni volta che apri un sito web lasci una impronta (il browser fingerprinting). Se vuoi capire quanto sia profonda e tracciabile puoi usare Panopticlick, uno strumento che testa il tuo browser per capire quali informazioni condivide e trasmette ai siti che navighi. Panopticlick è stato sviluppato dall’EFF (Electronic Frontier Foundation) diventato ultimamente uno dei più famosi paladini dei diritti digitali e della privacy.
Il browser in funzione delle richieste effettuate dal sito che stai navigando potrebbe rispondere rilasciando alcune informazioni riguardo la versione, le configurazioni, insomma le tue abitudini di navigazione.
Uno dei modi più comuni per tracciare il tuo browser è usare gli HTTP Cookies: lo fanno ad esempio Adobe Flash (filmati, animazioni, ecceecc), strumenti di statistiche, advertising. L’altro è quello di usare i Supercookies, una evoluzione dei tradizionali cookies ben più spinta, invasiva e difficile da analizzare.
Quest’ultimi vengono usati anche per ricostruire i cookies e sono in grado di usare poche informazioni: bastano dai 15-20 bits per identificare un browser e ricostruire la tua impronta. Se non ci sono i Supercookies o vengono bloccati viene utilizzato il singolo indirizzo IP. Insomma un modo per tenere traccia di te c’è sempre.
Nei browser che supportano Flash e Java la media di informazioni è di 18,8 bits (senza questi scende a 18,1). Ho usato Google Chrome 4.1.249.1064 per fare il test ed ho ottenuto un risultato di 19,96 bits praticamente uguale a quello di Mozilla Firefox versione 3.6.3.
Ad ogni modo anche se il risultato fosse più alto non c’è da preoccuparsi: queste tecniche di identificazione permettono soltanto di riconoscere ed identificare tra gli altri computer in Rete il tuo PC e l’ID del browser ma non le informazioni personali (come quelle anagrafiche).
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