Secondo recenti studi come quelli di Hitwise e Pew, ci sono sempre più adulti sui social network che usano il profilo principalmente per restare in contatto con gli amici (il 20% li usa anche per flirtare). Accade in UK ed in Usa ma sempre più spesso anche qui in Italia dove il 34% della popolazione connessa ad Internet è iscritta a Facebook.
Succede anche di soffrire di mali recenti e sindrome inaspettate: come quella dell’aggiornamento frenetico dello status con conseguente lettura compulsiva degli eventuali commenti, necessari per alimentare l’autostima. Oppure la voglia di gossip e l’istinto del voyer che spinge a cercare tecniche avanzate per farsi i fatti altrui e scoprire le foto dei profili privati di Facebook, cercare di rubare password, indagare tra gli amici in comune, i “mutual friends”.
A sera tardi il 38% delle ragazze chatta con i propri amici usando il computer preferendo questa attività ad altre come la lettura: i ragazzi dai 9 ai 14 anni invece preferiscono ancora giocare con le console per videogames a letto durante la notte. Da un’altra parte sostituire completamente le relazioni sociali con Facebook appartiene a quei comportamenti che accadono quando c’è il boom di una novità che si consolida in termini di numeri.
E se Facebook peggiorasse i rapporti umani con amici o familiari? Sempre più giovani sono incazzati e guardano con preoccupazione il loro account perchè i genitori potrebbero spiare la loro vita attraverso Facebook magari usando un largo giro di parenti ed amici di famiglia o semplicemente aggiungendo come amici i propri figli. Piccoli “Sherlock Holmes 2.0” crescono?
La maggior parte degli utenti di Facebook va dai 18 ai 24 anni e con questi presupposti potrebbero decidere di non usare più Facebook o seguire i preziosissimi consigli per salvare la propria privacy da mamma, papà ed amici.
Infine il colmo: alla Stanford University hanno creato Facebook for parents, un corso gratuito di psicologia dedicato ai genitori che intendono avvicinarsi ai ragazzi usando Facebook. Il 19 Febbraio c’è la prima lezione: chissà quali slide e presentazioni useranno i due professori per spiegare Facebook agli “adulti”.
Io direi che non bisogna mai prendere troppo sul serio un social network: vedo già gelosi papà in preda al panico 2.0.
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