Mamma mia, neanche qualche settimana di hype e Quora fa paura a Google e Qualcomm? Dài, siamo seri.

Ogni nuovo social network ha una grossa spinta iniziale e dopo un po’ rallenta (per chi studia la network analysis sarebbe interessante valutare una serie di fattori come tempo, quantità, relazioni). Non bastano i blogger famosi, gli opinion leader, la venuta di VIP (come per Twitter e Facebook), gli articoli dei magazine più famosi. Quora non è Yahoo Answers e viceversa, c’è chi lo usa per aumentare la reputazione (non sarebbe meglio usare LinkedIn Answers o altri sistemi?) o perchè serve veramente a ricevere riposte utili.

C’è sempre chi non si fida dell’hype, del nuovo servizio online del momento: se non è abbastanza robusto finisce per diventare un triste tormentone televisivo. Internet non è la tv, la fanno le persone, le buone idee, le telco.
E invece no: pare che i social network ci rendano meno umani, litigi continui, invidie, soprusi lavorativi, web opera. Dare un’opportunità a Quora, Diaspora e tutti gli altri dimostra apertura mentale, spirito di curiosità, non dedicargli tempo significa fare una scelta.

Sono entrambi comportamenti coraggiosi. L’intelligenza collettiva non è strettamente indispensabile: lo è invece quanto siamo disposti ad accettare di essere ignoranti, di poter prendere e da donare anche online, magari in un servizio che morirà tra 1 mese. Perchè siamo fatti così: in fondo ci affezioniamo, ci portiamo tutto e tutti, chi più chi meno, din’t’o’core.

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