Mentre si diffonde la notizia del wi-fi “gratis” in molti autogrill delle autostrade italiane, intervengo ancora sulla questione Google-Verizon che ha suscitato diverse risposte tra le quali quella del responsabile IT di Telecom Italia Oscar Cicchetti secondo il quale la rete mobile italiana non è al collasso come aveva dichiarato Bernabè tempo fa.

Alessandro Bruzzi di SosTariffe ha fatto alcuni calcoli dati alla mano ed ha prodotto un piccolo report (che quoto dopo il salto) che dimostra che quello della banda larga disponibile a tutti sia un falso mito e che la rete mobile sia vicina alla saturazione se le stime di aumento del traffico non saranno precise e Telecom Italia non prenderà provvedimenti sull’infrastruttura.
Sui calcoli e i dati mi aspetto anche un parere di Wolfstep che ultimamente si è dimostrato attento a questi temi (così come Max Kava se vuole dire la sua è benvenuto).

Cicchetti dichiara che: “Nel 2009 sono stati generati dai clienti Tim circa 30 petabyte di traffico, mentre questʼanno la rete è stata aggiornata per supportarne il doppio, 60 petabyte, pari a 60 milioni di gigabyte. Una capacità più
che sufficiente a soddisfare lʼattuale richiesta. Diciamo però che la cultura del traffico illimitato non è sostenibile a livello economico, più che tecnologico
“.
Partiamo con il dire che “la rete mobile al collasso” è un’affermazione rilasciata molto sia da Calabrò circa un mese fa che da Bernabè. Telecom (Deutsche Telekom) per mano del proprio CEO ha affermato che il traffico dati sta aumentando di diverse centinaia di punti percentuali mentre le revenue aumentano solo del 30-40%, facendo chiaramente intuire come una situazione del genere possa essere difficilmente sostenibile.

Telecom Italia affema che sono stati circa 30 i petabyte di traffico sulla propria rete (come indicato nel proprio piano di sviluppo). Presupposto che le stime di mercato (indicative) potrebbero assegnare un 35% di clienti ad H3G, un 33% di clienti a Tim, un 17% di clienti a Vodafone e un 15% a Wind si deve valutare il numero di PetaBytes mobili generati da Tim pari a 30 nel corso 2009. Il valore conferma la stima complessiva di Stefano Quintarelli per tutto il mercato italiano che si attesterebbe a circa 75PB.

Si ricava che, indicativamente, è transitato il 40% del traffico sulle reti Tim con circa il 30% di market share. Considerazioni a parte, che potrebbero essere legate a un gruppo di utenti “approfittatori di
banda” bisogna sottolineare due dati di fatto: il primo su tutti è insito nella dichiarazione di Cicchetti sopra citata:
“Nel 2009 sono stati generati dai clienti Tim circa 30 petabyte di traffico, mentre questʼanno la rete è stata aggiornata per supportarne il doppio, 60 petabyte”
Ciò vuole dire palesemente che nel 2009 la rete Tim poteva supportare 30 PB cioè il massimo che hanno generato gli utenti. E quindi affermare “non c’è e non ci sarà alcun collasso” sembra quasi afrodisiaco. Non si dovrebbero più avere dubbi che Telecom sia arrivata con l’acqua alla gola nel 2009.

Passiamo a valutare la situazione nel 2010 dove la rete “dovrebbe” supportare ben il doppio del traffico pari a
60 Petabyte, 60 milioni di Gigabyte. Una capacità, a detta del superesperto TI, sufficiente a soddisfare l’attuale richiesta.

La crescita prevista nel piano industriale per il 2010 è pari a 60 PB:

Questa quella totale prevista da Stefano Quintarelli:

Se nel 2008 si generava complessivamente di circa 37PB (di cui 11 di Tim il 30% circa della banda totale come si evince nell’immagine sopra) significa che la quota di traffico sulle reti Tim nel corso di un anno è aumentato più che proporzionalmente rispetto al numero di abbonati (ossia parte degli utenti “scaricatori” hanno scelto TIM) e questo dovrebbe far rivedere le stime di Telecom.

Inoltre secondo un certo trend il calcolo potrebbe essere ben differente (come confermano i seguenti dati provenienti dagli Usa). Quasi un triplicarsi del traffico e non un duplicarsi come pensa TI:

Da un complesso calcolo potrebbe essere applicata anche la serie di Fibonacci che porterebbe ad un aumento vicino a 88 Petabyte: una serie composta da numeri (il traffico totale nei vari anni) pari a 8, 17, 37, 75 dovrebbe condurre a un valore ipotetico del 2010 pari a 160 milioni di PB. Se la rete di Telecom mantenesse il 40% di traffic share dovrebbe sopportare circa 64 milioni di Petabyte contro i 60 al massimo supportabili. D’accordo: la varianza è alta come è alta la probabilità che il traffico possa spostarsi ancora più sulla rete Telecom come è alta la probabilità che aumenti in linea generale con i nuovi dispositivi mobili (da iPhone4, iPad, Kindle ai 95 modelli di Android previsti per il 2010).

Per avere un ulteriore conferma è possibile fare un calcolo dal numero di navigatori mobili analizzando il trend dal 2009 al 2010:

Siamo passati da 1 milione e 638 mila chiavette del 2008 a 4 milioni di chiavette nel 2009. Se si analizza il trend si può dedurre che a fine 2010 le connect card/udb attive potranno raggiungere quasi 7 milioni di dispositivi di connessione mobile senza contare gli smartphone, una categoria a parte.

Tenuto conto che:
1.6 milioni nel 2008 generano 37PB
4 milioni nel 2009 generano 75 PB

La differenza è un fattore moltiplicativo con un consumo di 20x. Con 7 milioni di chiavette arriveremmo a 140 PB senza considerare il boom esponenziale degli smartphone che stanno consumando quasi quando un computer. E difficilmente tutti gli smartphone potranno generare meno di 20PB.

Conclusioni

Il ritardo degli investimenti non è una novità: per la rete wireless siamo intorno a 150Meur/Petabyte di investimento. Un numero di capex-to-revenues per un operatore mobile è di circa il 10% con un costo di 1500 Euro/GB, 1,5 euro al mega.

Rimangono dubbi e domande sulla vita utile e sull’overbooking ma il prezzo retail applicato alle offerte (di gran lunga sotto al costo infrastrutturale) che pongono seri problemi sugli investimenti necessari e ancora non redditizi.

Come fa notare Stefano Quintarelli se si è intorno ai 150MEur/Petabyte è da suicido fare una tarifa sotto 0,02Eur/MB perchè bisognerebbe solo sperare che gli utenti addizionali consumino meno di quanto gli si offra.

Nielsen ha pubblicato un interessante report sul “mobile Tznuami” dove si evince che il 10% degli utenti dopo un anno fa la stessa quantità di traffico che faceva il 3% degli utenti 12 mesi prima. Al momento quindi significa che si sta effettuando un overbooking medio sulle BTS di 1 a 45.

Non si ha la presunzione di affermare che la rete mobile sarà senza alcun dubbio al collasso ma sicuramente non saranno rose e fiori come vogliono farci credere.

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