Probabilmente il titolo del post è fuorviante ma riguarda sempre il rapporto tra YouTube e gli utenti ma questa volta all’interno dell’industria musicale.

Antefatto:

1) la band OK GO molto famosa per i clip dei suoi brani fa un videoclip molto divertente del suo ultimo singolo ma la EMI proibisce l’embed di YouTube, non si può incorporare il video sui siti web.

2) A seguito di tantissime proteste la band è costretta a chiedere scusa attraverso il forum ufficiale del gruppo e rilascia il codice per integrare il videoclip finalmente disponibile poi giorni dopo anche all’embed.

Il leader della band Damian Kulash Jr. ha scritto un articolo sul New York Timess parlando dell’intera faccenda e discutendo sul significato di video virale: è partito da un videoclip simile lanciato sempre da OK Go nel 2006 che grazie al passaparola ed alla possibilità di embed fu un successo.
Le case discografiche, golose di questa nuova opportunità, iniziano a chiedere a YouTube soldi sulla trasmissione dei propri contenuti che potrebbero essere monetizzati. YouTube è d’accordo ma decide di pagare soltanto quando i video sono guardati attraverso il suo servizio.
EMI e le altre quindi decidono di togliere l’embed ai videoclip perchè altrimenti non generebbero revenue. Questo ha portato a dei pessimi numeri in termini di visualizzazioni dei video passate dai 10 mila al giorno ai 1000 con un guadagno irrisorio di circa 5400$. Secondo Kulash non si può usare solo YouTube come fonte primaria ma bisogna aprirsi a più siti possibili:

Viral content doesn’t spread just from primary sources like YouTube or Flickr. Blogs, Web sites and video aggregators serve as cultural curators, daily collecting the items that will interest their audiences the most. By ignoring the power of these tastemakers, our record company is cutting off its nose to spite its face.
It needs to recognize the basic mechanics of the Internet. Curbing the viral spread of videos isn’t benefiting the company’s bottom line, or the music it’s there to support

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.