Prendo in prestito il famoso titolo della rubrica di Luca Sofri per segnalare che Amina era ed è una bufala, pare che l’identità sia misteriosa, che la foto non fosse quella e la sua storia un bel po’ diversa. Tutta fiction: Amina si chiamerebbe Tom MacMaster.

Facebook, i blog e la Rete non sono ancora in grado di svelare facilmente i fake e trincerarsi dietro ad un computer può essere paradossalmente sempre più facile perchè la mole di dati ormai è immensa. Per quello che vale la penso ancora come per il caso di Alice:

Se c’è una cosa che ho imparato dalla Rete è quella che tutto è possibile perchè abitata da persone e quindi emozionale. Alcuni atteggiamenti arrivano dal grembo, dalla pancia, come se Alice fosse davanti a noi e spazzi via qualsiasi diffidenza. Non dico che questo sia negativo o positivo, se in tanti non avessero condiviso il suo blog probabilmente Alice sarebbe rimasta l’idea di un burlone che si crede un genio del marketing. Il Social Web amplifica e attenua a suo insindacabile giudizio: il problema sorge quando, in un caso o nell’altro, la massa sceglie il segnale sbagliato da inviare alla cassa dei media tradizionali che spesso non vedono l’ora di mettersi in cortocircuito con Internet.

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